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https://doi.org/10.11588/diglit.1427#0056
i, I B R O ' I» 18
<i edisicare,nel diuidere consile.Ver che la Diuifione sb*
la ha bmuto de l'utile,de la dignità,e de l'amenità cojì-
deratiotte,k partì di tutta lafabrica,e di ciafcuna parte
tutta la dissiositìonejay sinalmente di tutte le linee e catt
tonijl congiungimento e taccossarsì à componere sope-
*a,misura & ordina. E/è la citta per sentenza de F//o-
s°fi è una gran casa ,cr à l'incontro una casa è una pic-
dola citta,perche non potià noi dire le parti de la casa
tsser picciolc case.come è l'atrio il cenacolo, il portico,
ne alcuna di que&c sezafare lopera biasimeuole, si può
tyciare di fare,ò per no curarsene,ò per negligéza.Deb
bonsi adunque ftudiosamente cosiderare tali cose,che tut
ta l'opera abbracciano, tifare in effetto, che tutte le
parti,come che picciole con ingegno cr arte paiano re*
gelate. A quello tutte le cosede la regione e de tariaso*
P*'adette molto uagliono, e conuiensi che come le mem*
*>va ne gli animali hanno tra sé un conucneuole accordo,
cosi de {edisicio le parti jìano con ragione accopiate.
Onde dìcesi che i grandi edisicij sono ctiadio di molti
membri. Queiìo di maniera osseruarono gli antichi, che
ftonsolamente>lc altre cose, ma ì mattoni anchora ne i
publici e grandi edificij mettejsero maggiori, che ne le
c«se priuate. Adunque à qualunque membro conueneuo*
le regione e commodo fito darajìi,non maggiore che sia
"'fogno,ne minore di quel che la dignità richiede 3non in
we>go fcoueneuole,ma nelsuo& co si proprio,che altro*
We non sbobbia potuto meglio di/poncrlo.Perche la par
tepiu honorata de la casa no debbe essere in prezzato
«fogo cr uik'.ne la publica insecreto, ne quella che co*
Ul*tie esser nafcossa,debbosi in mojbrafabr icore.Debbo fi
e z poi
<i edisicare,nel diuidere consile.Ver che la Diuifione sb*
la ha bmuto de l'utile,de la dignità,e de l'amenità cojì-
deratiotte,k partì di tutta lafabrica,e di ciafcuna parte
tutta la dissiositìonejay sinalmente di tutte le linee e catt
tonijl congiungimento e taccossarsì à componere sope-
*a,misura & ordina. E/è la citta per sentenza de F//o-
s°fi è una gran casa ,cr à l'incontro una casa è una pic-
dola citta,perche non potià noi dire le parti de la casa
tsser picciolc case.come è l'atrio il cenacolo, il portico,
ne alcuna di que&c sezafare lopera biasimeuole, si può
tyciare di fare,ò per no curarsene,ò per negligéza.Deb
bonsi adunque ftudiosamente cosiderare tali cose,che tut
ta l'opera abbracciano, tifare in effetto, che tutte le
parti,come che picciole con ingegno cr arte paiano re*
gelate. A quello tutte le cosede la regione e de tariaso*
P*'adette molto uagliono, e conuiensi che come le mem*
*>va ne gli animali hanno tra sé un conucneuole accordo,
cosi de {edisicio le parti jìano con ragione accopiate.
Onde dìcesi che i grandi edisicij sono ctiadio di molti
membri. Queiìo di maniera osseruarono gli antichi, che
ftonsolamente>lc altre cose, ma ì mattoni anchora ne i
publici e grandi edificij mettejsero maggiori, che ne le
c«se priuate. Adunque à qualunque membro conueneuo*
le regione e commodo fito darajìi,non maggiore che sia
"'fogno,ne minore di quel che la dignità richiede 3non in
we>go fcoueneuole,ma nelsuo& co si proprio,che altro*
We non sbobbia potuto meglio di/poncrlo.Perche la par
tepiu honorata de la casa no debbe essere in prezzato
«fogo cr uik'.ne la publica insecreto, ne quella che co*
Ul*tie esser nafcossa,debbosi in mojbrafabr icore.Debbo fi
e z poi