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Alberti, Leon Battista
I Dieci Libri De L'Architettvra Di Leon Battista De Gli Alberti Fiorentino ...: La commodità, l'utilità, la neceßità, e la dignità di tale opera [...] — Vinegia, 1546

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https://doi.org/10.11588/diglit.1427#0256
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LIBRO TI, • «8
fo ella è maggiore santo più la perdutafyesa uituperk*
)ìl°,biajìmando l'incosìderato appetito d'aggiugnerepie
be à putre. Satisfare a la necesiitì è legiera cosa, ina
ptouedere al commodo senza uaghezxa de l'opera, è co
I* Ipiaceuole. Vi s'aggiugne cheque&a uaghezza de la
7«<<fc parliamo, porge al commodo ,Cf àia perpetuiti
Bo" poco di aiuto. Chi negherà che nonfìa più common
w entrare in casa,oue fìano ornati i muri, che rozzi s e
<he cosa potrai tu sare tanto serma, che da l'ingiuria de
$hnomini sta sicura ! Ma la bellezza anche da nimict
^nirà^he teprando l'ira non diano noia.onde ardiseo
* dire, niuna cosa tanto a difendere le opere da ingiuria.
v/W" uaìeuole,comc una dcgnajty mga bellezza. Quiui
'fì'1' penfìcro,diligenza ejpesasi debbe porre,asfine che
"lubrica sendo utile e commoda, sii etiamdio ornatici*
*He parimente gratisima,accib che ogniuno che la ue-
s"a>sì goda,chc tanta Jpcsa non altroue,ma inqueHa sa,
i^taMa che cofa sa per sé k bellezza, & ornamento,
c 1uiljìa tra loro la disserenza,potiamo sorsè meglio in
(Here, che con parole manisestarlo . Pure per brcuìtd
c°si k dissiniremo dicendo. La bellezza esser una ragio che cosa
fyole conuenienza di tutte le parti in guisa compossa, è bellez-
ze non uispojsi aggiugnere, nesciemare,ò mutare co za-
I* ajcuna,chè quella opera non douentipeggiorc.Gran*
e e quejìa cofa e diuinaÀ k quale tutte le sorze de l'or
Cc efe Ungegno sì consumano, ey auicne di rado ne an~
~e e <* U natura concesso di produrre cosa a pieno per*
Wt* in ognisuaparte. Qualgiouanetto, dice colui ap-
P° Cicerone,trouaji bello in Athencs Sentiua quel consu-
tatore de bellezze,che gli mancaua ò era di più alcu-

ni
 
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