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Alberti, Leon Battista; Bartoli, Cosimo [Übers.]
Della architettura, della pittura e della statua — Bologna, 1782

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https://doi.org/10.11588/diglit.1558#0007
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DI LEONBATISTA ALBERTI. vii
lente scrittore Latino o Toscano, sé più valesse nelle scienze prati-
che o speculative, e sé con più pravità ragionasse de le co(è rileva-
te, o con più leggiadria & urbanità de le ordinarie, e basie.
Si legge eh' una volta Lorenzo de' Medici, vero Mecenate del
suo secolo, per paslar con manco fastidio i più gran caldi dell* esta-
te, fece nella selva di Camaldoli una ragunata di personaggi illu-
strì in ogni sorte di letteratura, fra quali Marsilio Ficino, Donato
Acciaioli, Leonbatista Alberti, Alamanno Rinuccino, e Cristoforo
Landino erano i principali. Qual fusle la converfatione di sì dotte
persone ogn' uno selo può imaginare. Ma più di nissun' altro si fece
ammirar 1' Alberti, il quale con diseorsi rilevati, e pieni di sublime
dottrina fece vedere a pieno che nell' Eneide sotto la seorza di va-
ne , e vaghe Arnioni , si naseondevano i più alti segreti de la filo-
sofia, e che Virgilio era un vero, e reale filosofo, ma vestito fan-
tasticamente e da poeta. Così sodi ragionamenti fecero tal impreso-
ne nell'animo de gli ascoltanti, che Cristoforo Landino (eh' in quel-
la occasione volse essere il segretario dell'aslemblea) gli registrò tutti
in un libro, e ne formò poi quell' opera che si vede stampata in
lingua Latina sotto nome di Questioni Camaldolensi : nelle quali ver-
so il fine così sorive il Landino: Hac Jìiiit qu<2 de plurimis longeque ex-
cellemionbus, qu£ Leo %tptìfta Albertus memoriter, diluade, ac copofe, m
tantorum ^yirorum cri"se/ft difrmmmì* , mvmmvjs* evoluì*
Lasciò Alberti molte belle compositioni in Latinu & in Tosca-
no, de le quali il vedrà qui di sotto un copioso indice. Fra le ope-
re Latine è digna d' ererna lode, e si può paragonare con tutta
1' antichità, quella eh' è intitolata il Momo, la quale per la sua ec-
cellenza, nel medesimo anno 1520. fu stampata due volte in Roma.
E veramente in quella con straordinaria vaghezza, e non pensàto ar-
tificio, scherzando, ridendo, burlando, si spiegano in quattro libri
quelle cose, che gli altri con maniere gravi, e sèvere scrilsero de la
fìlosofia morale, essendosi però egli principalmente proposto di toc-
care quelle che a formare un perfetto, & ottimo principe s" asfetta-
no , e cognoseere i costumi di quelli che gli vanno attorno. Bella
è ancora 1' operetta chiamata Trivia, overo de le cause attenenti a*
seoatori, e quella eh' egli intitolò Ve iure, cioè dell' amministrar la
giustitia, de le quali non so per qual cagione Cosimo Banali, che
traslatò in lingua Italiana, e fece {lampare in un volume molti opu-
scoli di Leonbatista Alberti, n' abbia fatto il quinto e sesto libro
del Momo, overo del Principe. Senile un libretto di favole, nelle
quali si dice che nella bizzarria de' concetti habbia superato Esopo.
Compose ancora un trattato de la vita e costumi del suo cane, &
un altro sopra la mosea, potendo con artifitiosà maniera scherzar de
le cose rilevate, e gravi, e fìlosofar de le balte, & abbiette. NelM
lingua Italiana ha laièiato tre libri dell' Economia, & alcune cose
amo-
 
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