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Alberti, Leon Battista; Bartoli, Cosimo [Übers.]
Della architettura, della pittura e della statua — Bologna, 1782

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https://doi.org/10.11588/diglit.1558#0008
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tiii VITA
amorose in prosa & in verlì, e fu il primo» (corri: scrive Giorgio
Vasari nella Tua vita) che tentasse di ridurre i versi volgari alla mi-
sura de'Latini, come si vede in quella Tua epistola.
Sossia pur estrema miferabìle piflola mando
A te che [pregi miseramente noi, &c.
Ma nel ragionar del (Ingoiare genio dell' Alberti in ogni genere
di polite lettere, e del luogo eh' egli tiene fra gli huomini letterati,
mi sento tirato da gente d' altra profelTìone, cioè da pittori, & ar-
chitetti , che come suo lo pretendono, e inoltrandomi quanto egli ha
operato in pittura & architettura, mi chiamano indietro, e quali che
io habbia a scrivere le virtù d' un altro Alberti, mi sforzano di far
passaggio da le seienze speculative alle arti pratiche, e mecaniche.
E veramente fu tanta la capacità e vastità dell' ingegno del noitro
Alberti, che potè non solamente con generali notitie tutte le disei-
phne abbracciare, ma deseendere ancora al particolare, di ciascuna,
& applicandoli a qualsivoglia cosa, far credere a gli huomini, che
mai ad altro non havesse il suo nobilishmo intelletto impiegato, pa-
reggiando , anzi avanzando quelli eh' in tale profelTìone si Urinavano
i migliori. Erano nel suo tempo a fatto spenti gli studii dell' archi-
tettura , o sé pur qualche cognitioni sé ne havevano, furono tanto
corrotte, e lontane da la politezza e nobiltà dell' antico secolo Ro-
mano, che nell'operare produtevano effetti rozzi. Leimbatista Al-
berti fu il primo che tentasse di ridurre quell' arte alla sua prima pu-
rità , e scacciando la barbarie de' secoli Corichi mtroducesse in quel-
la 1' ordine, e la proportione, si che da tutti fu universalmente chia-
mato il Vitruvio Fiorentino. La fama cjel suo nome indusle Nicolò V.
pontefice a valerli di lui nell' ordinare molte fabriche in Roma, &
a confidarli tanto più ne' suoi consigli, quanto che da Biondo For-
livese personaggio di alto merito, e suo familiare fu particolarmente
informato de le sue rare qualità.
Fece per Sigismondo Pandolfo Malatesta signore di Rimino il
disegno de la Chiesa di S. Francesco, la quale si principiò l'anno
1447., e riuseì una de le più superbe, e sontuose d' Italia. Fu con-
dotta al termine ch'oggi si vede, 1' anno 1550. E perche il Vasari,
in occasione di minor momento assai prolisso, nella desevutione di
questo tempio s' è inoltrato molto scarso di parole, benché per il
Soggiorno eh' egli fece in Rimino , dove dipinse il S. Francesco che lì
vede nell' aitar maggiore di detta fabrica, habbia potuto osTervarne
minutamente tutte le parti, noi per supplire in parte alla sùa negli-
genza, e per onorare tanto più la memoria dell' architetto, serme-
remo quello che nel considerarla più volte ci è parlo degno di esse-
re osservato. E cominciando da la facciata, diremo che si vede un
bellillìmo basfamento, tutto di marmo d' Istria, il qual corre d' in-
torno a tutta la fabrica, & ha per comiciamento un beli' ornamento
di
 
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