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Alberti, Leon Battista; Bartoli, Cosimo [Übers.]
Della architettura, della pittura e della statua — Bologna, 1782

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https://doi.org/10.11588/diglit.1558#0166
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IJl

DELLA ARCHITETTURA

fido d' huomo da bene, & sludioso , Io sforzarsi di liberare «niella sci

savi Antichi Mimarono all'ai, da la lua an
dubio , & non mi sanevo risblvere, sé

chi!

,t,one, & ro.

io tirali! d

letro i

quale senipre i più
vina. Et cosi slavo in
la impresa, o pur me ne toglierti giuso. Vinccvanii molto al fine l'amore"dj
tale opera, & la carità di tali lludii, & a quel che non rude slato a ballarla
lo ingegno mio, sopperiva uno ardente lludio, k una incredibile diln>entia
Non era- cosa alcuna in alcun luogo de le opere antiche che vi risplendesse al!
cuna lode, che io subito non andarli investigando sé io da essa poterli imparare
cola alcuna. Andava adunque investigando, conlìderando , misurando, & dile.
gnantìo con pittura ogni cosa, non ne lasciando alcuna indietro in alcun luo-
go, lino a tanto che io havessì conoseiuto interamente, & polseduto tutto quel-
lo che da qualunque ingegno o arte in si fatti edificii fusse slato messo in ope-
ra. Et in quel modo alleggerivo la fatica de lo Icrivere con il desiderio. &
con il piacere de lo imparare. Et veramente che il raccorre inlieme, & raccon-
tare con dignità, &£ collocare con ordini ragionevoli, & Icrivere con accurato
stile , & moltrare con vere ragioni tante varie cose , tanto diluguali, tanto dis-
perse, & tanto aliene da l'uso , & cognitione de gli huomini, era al tutto
osfitio di huomo di più qualità, & di maggior dottrina, che io in me non co-
nolcevo . Non mi pento, & non mi dolgo punto di meltciìb, sé io ho pur con-
segujto quel che io haveva ordinato, che coloro cioè, che leggeranno habbì-
rio più caro , che nel mio dire io riesea loro più tolto facile che troppo elo-
quente. La qual cola quanto Ila disficile nel trattare simili cose, lo conoseono
più facilmente coloro, che ne hanno fatta esperienza , che non lo credono co-
loro che non hanno esperienza alcuna . Et sé io non mi inganno , le cole che
noi habbiamo serito?, le riabbiamo serine di maniera, che non si negherà che
le non sieno serine secondo le regole di quella lingua, & intenderanno!! ancora
aitai bene. Quello medesimo in quelle cose, che ieguitano, ci ingegneremo di
fare per quanto potranno le forze nostre . De le tre parti, che si aspettavano a
tutte le sotti de gli edificii, accioche quelle cose, che noi murassimo, fullino
accommodate secondo i bisogni, saldisfime per durar gran tempo, & gratiosilTi-
me, & piacevolilsime , espejire le prime due, ci reila a espedir la terza digrùs-
suria più che tutte 1' altre, & molto necesTaria ,
{iella bellezza , é" He lo ornamento, & He le cose , che Ha ejse procedono , & He le
loro Hisserentie, cb* che egli si He^he edisicare con ragioni vere 3
iSt che fila il faHre, & lo aliimno Helle Arti.
GAP, II,
PEnsino veramente, che la grana , & la piacevolezza non derivi daltronde
che da la bellezza, & da lo ornamento, indotti da quello, che A' non
sentono che si truovi alcuno tanto maninconko , tanto grasso , tanto rozo, &
tanto villano, che non gli piaccino grandemente le cose belle, & che non va-
dia dietro , lasciate tutte le altre , a le più adorne , & che non sia offelo da
le brune, & che non scacci via le non ornate , & abiette, & che non lì di-
vegga del mancamento di qualunche cosa , & che non confelsi, che gli manchi
uno certo che, che sé quella tale opera 1' havelle, sarebbe più grariolà, & piu
degna . Bisognà adunaue seerre , & andar principalmente dietro a una dignilsima
bellezza, & coloro malsimo, che vogliono , che le loro cose sieno grate. Quan-
to i noltri maggiori , huomini prudentiisimi, (limarono che si dovelle riaver cu-
ra a quelta cola, lo dimollrano si 1' altre cose, si ancora le leggi, la militia,
le cose siere, & tutte le cose publiche. Veramente egli è cosa incredibile a di-
re quanto e' s'affaticarono di farle ornarillìme, come le gli avelsmo voluto,
the e' si fusle creduto, che levati di lì fatte cose ( senza le quali appena p°-
treb-
 
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