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Alberti, Leon Battista; Bartoli, Cosimo [Übers.]
Della architettura, della pittura e della statua — Bologna, 1782

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https://doi.org/10.11588/diglit.1558#0380
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DELLA ARCHITETTURA

Oltra di quello ne ordinarono un' altra maniera de le più sotti!]', & ]e c]);
marono Corinthie , fattole de la mediocrità di quella somma maggiore con?iun".
ta con la somma de la Ionica , & accozzati i numeri insieme , dividendola
per il mezo, percioche il numero ò somma de la Ionica fu otto, & la s0R1,
ma maggiore su dieci , che congiunti insieme fanno diciotto : la metà de le
quali parti è nove, & in quello modo vollono , che le colonne Corinthie fus.
lino lunghe per nove volte il diametro da ballo de la colonna, le Ioniche per otto
& le Doriche per sette. Et di lor (ia detto a bastanza. Rettaci à trattare del'
collocarle, & del situarle. Il situarle si aspetta al sito, & alla sede de le par-
ri; la quale si conosee molto meglio quando ella è male accomodata, che non
si seorge da per sé il modo da saperla ben collocare. Conciosia che ella in »ran
parte si referifce al giudicio naturale, che è inserro nelli animai deli huomini,
& in gran parte ancora si confà con le maniere de finimenti. Nondimeno al-
la cosa de la quale si tratta, sien quelli come suoi generi o vero maniere: le
parti ancor che minime che sono per il lavoro a luoghi loro, fanno bellezza a
vederle, ma le poste in altro luogo non degno, ne à loro conveniente, sé el-
Je sono eccellenti diventano vili, quanto che nò si vituperano. Et ecco il medelì-
mo nelle opere de la natura , come per modo di dire sé al Cane fuise appiccata
nella tetta una orecchia di asino, ò sé alcuno caminasse con un pie maggiot
che 1' altro, ò con una mano grande , & 1' altra piccola , collui certo sarebbe
seontrafatto, & il vederti infra i cavalli ancora uno e'habbia un occhio gazino,
& 1' altro occhio nero, è cosa brutta : tanto è cosa naturale , che le cole da
destra debbino di pari corrispondere à quelle da sinittra. Per la qual cosa osser-
veremo inanzi tratto, che tutte le cose, ancor che minutissìme sticno, à un pia-
no , & a un diritto corrispondentesi di numeri, di forma, & di faccia: Tal-
mente che le cole da delira a quelle da siniltra, le alte alle balse, le vicine
alle vicine, le uguali alle uguali ugualmente convenghino, & corrispondino allo
ornamento di quel corpo, del quale elle hanno ad elsere parti. Anzi & le
statue, & le tavole, & tutto quello che di bello si applicherà, è di necessità,
che si accomodi di maniera che elle paiono nate in quelli luoghi , & come so-
relle . Gli Antichi hebbono tanta avertenza a quella corrispondentia delle cose ,
che e* vollono nel porre, non che altro, le tavole di marmo, che elle si corri-
spondesslno esatrilsimamente di grandezza , di qualità , di finimento intorno di si-
to , & di colori. Io ho veduto cosa certo eccellente apprelso de gli Antichi,
nella quale io mi soglio maravigliare de la eccellentia de la arte; conciosia che
in alcuni luoghi egli avertirono nel porre de le statue, & ne frontilpitii de
Tempii, che le cose che e'ponevano in uno lato, non fullìno ne di disegno, ne
di materia ditteremi da quelle de lo altro lato in cosa alcuna benché minima.
Noi veggiamo carrette di duoi, & di ouattro cavalli, & statue di chi le gui-
da, & di chi vi è attorno, talmente limili 1' una a 1' altra che e' si può dite
che la arte habbia superata la natura, nelle opere de la quale non veggiamo
pur un naso limile all'altro naso. Si che sia horamai à bastanza 1'haver dimo-
stro che cosa sia la bellezza, & in quel che ella consitta , & con che numeri,
& con quale finimento i nollri Antichi collocalsino le cole.
Di alcuni pia gravi difetti de la Architettura.
CAP. VIII.
REliaci che io raccolga, & metta insieme alcuni brevi avertimenti, & alcu"
ne somme di cose. Le quali cose è di necessità che si olservino come
quasi leggi, in ogni sorte di adornamento, & in ogni cosa bella, & in t"m
V arte de la Architettura ; & farà ancora à quello proposito quel che noi pr0:
mettemmo, cioè di riepilogare. Et primamente perche noi dicemmo che tu'."
 
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