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Alberti, Leon Battista; Bartoli, Cosimo [Übers.]
Della architettura, della pittura e della statua — Bologna, 1782

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https://doi.org/10.11588/diglit.1558#0392
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IJO

DELLA ARCHITETTURA

Già il Nilo essendo una siata crcsciuto molto più che non era suo l'olito , don.
de oltre al fango retarono molti , & varii animali, che rasciuttosi poi il ter '
no si corroppono; fu cagione che dipoi succelTe una grandissima pelle. La Cittì
Mazzara prelso al Monte Argeo, dice Strabone, abbonda di buone acque , ma ie
la Hate elle non hanno donde scorrere , vi fanno una aria mal sana , & penj,
lente, Oltra di quello in Libia verso Settentrione si come in Ethiopia ancora
non piove, onde i laghi speiTb diventano per il secco fangosi, & perciò abbon-
da ella d' una moltitudine di animali nati di corruttione , & mallimo di gran
copia di loculle. Contro a si fatti fetori, & puzzo si crudele, 1'un rimedio, 8;
1' altro di Hercole, saranno commodi facendovi una folsa , accioche per il set.
marvisi de le acque, non vi diventi il terreno fangoib, & dipoi si apra la re-
gione a Soli, & cosi fatti credian noi che fuslìno i fuochi di Hercole : & giova
aliai riempiervi di salli , di terra . Ma in che modo tu polsa facilmente riem-
piere uno ltagno concavo di rena del fiume , lo diremo a luogo luo. Diceva
Strabone che a suo tempo la Città di Ravenna per eisere inondata d3 all'ai Mate,
era lolita a sentire fiati puzzolenti; nondimeno la aria non vi era cattiva, &
si maravigliano onde queito accaggia, sé già non aviene per quello , che e' dico-
no , che accade alla Città di Venetia , che per agitarvisi lempre le paludi da i
venti, & dal siotto de la Marina, non si quietano mai. Simile a quella anco-
ra dicono che fu Alexandria, Ma la (late i crescimentj del Nilo ne hanno di
quel luogo levato tal difetto • Siamo adunque avvertiti da la natura di quello
che riabbiamo a fare, conciosia che e' sarà buono, &r gioverà o seccare le
paludi a fatto, o veramente far che vi sia di molta acqua di rivi, di fiume, q
di Mare, tiratavi dentro, o veramente cavarle tanto a fondo, che si truoyi
V acqua viva , Et di quelle sia detto a baitanza ,
Che (' acque principalmente fono necejsuriijjìme, iss dì varie forti.
CAP. II,
PRovediamo al presente che e' non ci manchi cosa alcuna de la quale pos-
siamo riavere di bisogno. Et quali sieno le cole necellàrie, non ltarò io a
raccontare troppo lungamente ; perche elle sono manifeile ; Le cole da mangia-
re, le vellimcnta , i tetti, & principalmente 1* acqua. Talete Milesio ulava dire
che l'acqua era il principio de le cose , & de la congiuntone humana . Ari-
stobolo dice, e' haveva veduti più di mille borghi abbandonati, perche il fiu-
me Indo si era volto altrove . Et io non negherò che 1' acqua non da à gli »■
nimali quasi un nutrimento di calore, & uno alimento de la vita; o perche
starò io a raccontare le piante ? o V altre cose , de le quali si servono i mona-
li ■> io mi penso cosi, che quelle cose, che creseono, & si nutrilcono sopra de
la terra, tutte, sé tu gli leverai 1' acqua, diventeranno, & si convertiranno in
niente. Appretto allo Eufrate non lasciano paseere i bestiami quando e' voglio-
no, perche eglino ingranano troppo, mediante le praterie troppo buone: del
che pensano ne sia cagione la troppa abbondantia dell' humore . Dicono che in
Mare sono pesei grandinimi, perche dall'acqua ne è porta grandillìma copia,
& abbondantia di nutrimenti. Dice Senofonte che a Re di Lacedemonia era
dato per maggior grandezza che inanzi alla casa vicino alle porte havessìno uno
stagno di acqua. Per colìume antico nelle nozze, ne sacrificii, & in tutte
quasi le cose sacre, adoperiamo l'acqua: le quali cose tutte faranno fede, & to-
no inditio de la llima, che feciono i nollri Antichi de la acqua. Ma chi
negherà che la abbondantia. di quella non giovi molto, & aiuti in molti mo-
di la generationc humana, di maniera che e" non è mai da pensare che in
qual si voglia luogo ne sia modellamento, sé non quando e' ve ne sarà ab-
bondanti» grandissima per tutti i bisognj. Da la acqu* adunque comincieremo,
ser-
 
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