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Alberti, Leon Battista; Bartoli, Cosimo [Übers.]
Della architettura, della pittura e della statua — Bologna, 1782

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https://doi.org/10.11588/diglit.1558#0436
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lSS

DELLA PITTURA

è quella clic abbraccia, & contiene in sé tutto lo (pazzo del cerchio. Et il cerchio
è una torma de la superficie , che è circundata da una linea a guisa di corona. in
mezzo de la quale le vi sarà un punto, tutti i raggi che per lunghezza (ì partiranno
da questo punto, & andranno alla corona o circunferentia a dirittura, saranno fra
loro uguali Taii. 1 ■ Fig. i. Et questo medesimo punto si chiama il centro del cer-
chio . La linea diritta che taglierà due volte la circunferentia, & paiserà per il
centro, si chiama appresso i Matematici il diametro, del cerchio. Noi chiamere.
mo quella medesima centrica . Et siaci in quello luogo pcrsuaso quel che dico.
no i Matematici , che nell'una linea che tagli la circunferentia , non può , in cs.
sa circunferentia , fare angoli uguali, sé non quella che tocca il centro. Ma
torniamo alle superficie . Imperoche da quelle cose che io ho dette di sopra,
si può intendere facilmente, come mutato il tirare dell' ultime linee, ove.
ro del d' intorno di una superficie, elsa superficie perda esso fatto il no-
me & la faccia sua primiera, & che quella che forsè si chiamava triangolare, si
chiami fiora quadrangolare, o forsè di più angoli. Chiamerassi mutato il d'in-
torno ogni volta che la linea, o gli angoli si faranno non solamente più , mi
più ottusi o più lunghi, o più acuti o più brevi. Questo luogo ne avvertile
che si dica qualche cosa de gli angoli. E' veramente lo angolo quel che lì fa
da due linee che si interseghino insieme, sopra la eltremità di una superficie. Tre
sono le sorte de li angoli, a squadra, sotto squadra , & sopra squadra lìg. i. Lo
angolo a squadra, o vogliamo dir retto , è uno di quei quattro angoli, che si
fa da due linee diritte the- scambievolmente si interseghino insieme talmente che
egli sia uguale a qualunque si Ila de gli altri tre che restano : Et da questo av-
viene che ei dicono, che tutti gli angoli retti sono fra loro uguali. Angolo so-
pra squadra è quello, che è maggior de lo a squadra. Acuto, o sotto squadra
è quello, che è minore de lo a squadra. Torniamo di nuovo alla superficie.
Noi dicemmo in che modo, mediante un d'intorno, si imprimeva nella super-
ficie una qualità .'Rettaci a parlare dell' altra dualità de le superficie, la quale
è (per dircosi) quasi come una pelle dirtela sopra tutta la faccia de la superfi-
cie. Et quella si divide in tre. Imperoche alcune sono piane & uniforme, al-
tre sono sferiche & gonfiate, altre sono incavate & concave . Aggiunghinsi a
quelle per il quarto quelle superficie, che de le dette si compongono. Di quelle
tratteremo di poi : parliamo hora de le prime. La superficie piana è quella, sopra
la quale postovi un regolo , tocchi ugualmente per tutto ciaseuna parte di esse.
Molto limile a quella sarà la supersicie di una purissìma acqua che stia ferma. La
superficie sferica imita il d'intorno di una sfera. La sfera dicono che è un cor-
po tondo, volubile per ogni verso, nel mezo del quale è un punto, dal quale
tutte le ultime parti di elso corpo sono ugualmente lontane. La superficie con-
cava è quella che dal lato di dentro ha la sua estremità , che è sotto , per dir
cosi, alla cotenna de la sfera, come sono le intime superficie di dentro ne gusei
de gli vuovi. Ma la superficie comporta è quella, che ha una parte di sé ltelta
piana , & l'altra o concava, o tonda , come sono le superficie di dentro de
le canne, o le superficie di fuori de le colonne, o de le piramidi. Per tanto,
le qualità che si truovano essere o nel circuito, o nelle faccie de le superficie,
hanno importo hoggi nomi, come si dilsc, alle superficie. Ma le qualità , le
quali senza alterarli la superficie, variano i loro aspctti, sono medesimainente
due. Imperoche mutato il luogo ò i lumi, appariseono variate a coloro che
le guardano. Diremo del luogo prima, & poi de lumi. Et bisogna certamente
prima considerare, in qual modo, mutato il luogo, esse qualitadi che son nel-
la supersicie , paiano che sieno mutate. Quelle cose veramente si aspettano ali»
forza & virtù de gli occhi. Imperoche egli è di necessìtà che i d'intorni à
per discollarsi o mutarli di sito, ci paiano o minori, o maggiori, o dissim1'1
al tutto di quel che prima ci parevano. O medesimamente che le superfìc'e
ci paino o accresciutc, o defraudate di colore. Le qual cose tutte son qaeìit
che
 
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