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Alberti, Leon Battista; Bartoli, Cosimo [Übers.]
Della architettura, della pittura e della statua — Bologna, 1782

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https://doi.org/10.11588/diglit.1558#0437
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LIBRO PRIMO.

289

che noi misuriamo o discorriamo con lo squadro: & come qucsto squadra ò ve-
duta si faccia , andiamo liora inveliigando. Et cominciamo da la sententia de
Filososi, che dicono che le superfiae si esaminano mediante certi raggi ministri
de la veduta, che perciò gli chiamano visivi , cioè che per elsi si imprimine i
simulacri de le cole nel l'eni'o . Imperoche questi medesimi raggi fra lo occhio &
la superfiae veduta , intenti per lor propria natura , & per una certa mirabile
iottigliczza loro concorrono splendidissimamente penetrando la aria, & altri si-
mili corpi rari o diafani, & havendo per guida la luce, sino a tanto che si ri-
seontrino in qualche corpo denlb , & non del tutto oseuro ; nel qual luogo fe-
rendo di punta , subito si fermano. Ma non fu api-elso de gli antichi piccola
disputa , le quelli raggi useivano da gli occhi , o da la superficie. La qual di-
sputa in vero molto disficile, & quanto a noi non necessaria, la lasceremo
da parte . Et siaci lecito immaginare che questi raggi sieno quasi che sottililsi-
me fila legate da un capo dirittilsimc, come fattone un falcio, & che elle sie-
no ricevute per entro lo occhio là dove si forma o crea la veduta ; & quivi
ilieno non altrimenti che un troncone di raggi : & dal qual luogo useendo a di
lungo li «Ssaticati raggi, come dirittissime vermene, seorrino alla superficie
che è loro a rincontro ; Ma infra quelli raggi è alcuna differenza, la quale è
bene che si sappia, imperoche ei sono differenti & di forze & di osficio.
Conciosia che alcuni di loro toccando i d'intorni de le superficie , comprendono
tutte le quantità de la superficie . Et questi , perche ei vanno volando & a pe-
na toccando le estreme parti de le superficie, gli chiameremo raggi estremi o
ultimi. Avertiscasi che quella luperficie si morirà in faccia perche si pollino vedere
i quattro raggi ultimi che vanno a punti, da quali ella è terminata . Figi 3. Al-
tri raggi o ricevuti o useiti da tutta la fàccia de la superficie, fanno ancor es-
si lo ufficio loro, entro à quella piramide, de la quale a suo luogo parleremo
poco di l'otto. Imperoche ei si riempiono de medesimi colori & lumi; de
quali rifplende ella superficie. Et però chiamiamo questi, raggi di mezo, o meza-
ni. Fig- 4. Tutto il quadro è una sola superficie ; ma havendovisi a dipigner den-
tro uno ottangolo , si mostrano i raggi che si chiamano mezzani, che vanno
dall' occhio a punti de lo seompartimento de lo ottangolo. De raggi ancora sé
ne truova uno cosi fatto che a similitudine di quella linea centrica che noi dicem-
mo , si può chiamare raggio centrico o del centro , perciò che egli Uà di manie-
ra nella supersicie che causa da ogni banda intorno a sé angoli uguali. Fig. 5. Si
che noi habbiamo trovati i raggi essere di tre sorte, gli ultimi, i mezzani, &
centrici: andiamo hora inveliigando quel che, qual si sia 1'una di quelle sorte
di raggi, conferilca alla veduta: Et la prima cosa parliamo de gli ultimi, di
poi parleremo de mezzani, & ultimamente de centrici. Con gli ultimi raggi si
comprendono le quantità ; & la quantità è veramente quello spatio che è in-
fra duoi punti disgiunti del d' intorno , che passa per la superficie, il quale
spatio è compreso da lo occhio con quelli ultimi raggi, quasi come per modo
di dire con le selle: & sono tante quantità in una superficie, quanti sono i
punti separati in un d' intorno che si risguardano 1' un 1' altro . Imperoche
noi con la veduta nollra riconoseiamo la grandezza mediante la sua altezza
o battezza : la larghezza mediante il da delira , o da sinillra : la groltezza me-
diante il da presso o da lontano : o vero tutte le altre misure ancora, qualun-
que elle si siano , comprendiamo solo con questi raggi ultimi. La onde si suol
dire che la veduta si fa mediante un triangolo, la baia del quale è la quan-
tità veduta , & i lati del quale sono quei medesimi raggi che eseono a i punti
de la quantità & vengono sino all' occhio. Et è quella cosa certilsima' che non
si vede quantità alcuna, sé non mediante quello triangolo. I lati adunque del
triangolo visivo sono manifclli. Ma gli angoli in qucsto llelso triangolo son dua,
cioè amenduoi quei capi da la quantità . Ma il terzo, & principale angolo, è quel-
lo che a rincontro de la basa si fa nello occhio. Fig. 6. Ne in questo luogo si
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