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Alberti, Leon Battista; Bartoli, Cosimo [Übers.]
Della architettura, della pittura e della statua — Bologna, 1782

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https://doi.org/10.11588/diglit.1558#0438
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DELLA PITTURA
ha a disputare sé cITa villa si quieta , come ei dicono , in essa giuntura del ner
vo interiore, o sé pure si figurino le ìmagini in erta superficie de lo occhiò
quali come in uno (pecchie) animato, Ma non si devon in quello luogo tac.
contare tutti gli ossicii de gli occhi quanto al vedere. Conciona che sarà j
baitanza mettere in quelli commentarli brevemente quelle cose che ci parranno
necelsarie. Consistendo adunque il principale angolo visivo nello occhio ci sc
ne è cavata quella regola, cioè che quanto lo angolo sarà nello occhio, pju
acuto, tanto ci parrà minore la quantità veduta. La onde si vede manifesto
perche cagione avcnga che da un lungo intervallo, pare che la quantità vedu-
ta si adottigli, quasi che ella venga ad un punto. Ma ancor che le cose sieno
in quella maniera , avviene nondimeno in alcune superficie, che quanto piu
si avvicina loro lo occhio di chi le riguarda, tanto gli paiono minori: £t
quanto piu lo occhio si dilcosta da elle , tinto piu li par maggiore quella
parte de la superficie; il che si vede rhanifesto nelle superficie sferiche. Le
quantità adunque mediante lo intervallo paiono alcuna volta o maggiori o mi-
nori a chi le riguarda. De la qual cosa chi saprà bene la ragione, non dubi-
terà punto, che i raggi mezzani alcuna volta diventano gli ultimi, & gli ulti-
mi, mutato lo intervallo, diventano mezzani. Et perciò harà da sapere che
quando i raggi mezzani saranno diventati ultimi, (libito le quantità gli parran-
no minori : |it per il contrario quando i raggi ultimi si raccorranno entro al
d'intorno; quanto piu ei saranno lontani dal d'intorno, tanto apparirà essa
quantità maggiore, Qui adunque soglio io a miei amici domellicj dare una regola,
che quanti piu raggi noi occupiamo con la veduta, tanto doviamo peniate
che da maggiore la quantità veduta, & quanti ne occupiamo manco, tanto
minore. Ultimamente quelli raggi ultimi abbracciando a parte a parte univer-
salmente tutto il d'intorno di una superficie , girano a torno a torno quasi co-
me, una folsa, tutta ella superficie, La onde ei dicono che la veduta si fa
mediante una piramide di raggi. Bisogna adunque dire che cosa sia la pirami-
de . La piramide è una figura di corpo lunga, da la basa de la quale tutte le
linee diritte tirate allp in su terminano in una punta . La basa de la piramide
è la superficie veduta , i lati de la piramide sono elsi raggi visivi, quali noi
chiamiamo gli ultimi . La punta de la piramide si ferma quivi entro allo oc-
chio, dove gli angoli de la quantità si congiungono insieme. Et quello balli
de raggi ultimi, de quali si fa la piramide, mediante la quale si vede per o-
gni ragione, che egli importa grandemente quali & chetiti intervalli siano fra
lo occhio & la superficie , Restaci a trattare de raggi mezzani . Sono i raggi
mezzani quella moltitudine di raggi , la quale accerchiata da raggi ultimi li
truova esier dentro alla piramide. Et quelli raggi fanno quel, che si dice che
fa il Camaleonte, & limili fiere sbigottite, per paura, che sogliono pigliare!
colori de le cose piu vicine a loro, per non elser- ritrovate da Cacciatori. Que-
llo è quej cne fanno j raggi mezzani. Imperoche dal toccamento loro de la
superficie sino alla punta de la piramide, trovata per tutto quello tratto la
varietà de colori & de lumi, sé ne macellano talmente , che in qualunque luo-
go che tu gli taglialsi, sporgerebbon di loro in quel medesimo luogo quel lu-
me (lelso, & quel medesimo colore, di che si sono inzuppati, Et quelli raggi
mezzani per il fatto stesso primieramente si è veduto che per lungo intervallo
mancano, & causano la viltà piu debole ; ultimamente poi si è trovata la ra-
gione perche quello avenga . Conciosia, che quelli stelTì, & tutti gli altri raggi
visivi, essendo ripieni & gravi di lumi & di colori, trapalando per la aria,
elsendo ancor etili ripiena di qualche grolsezza, avviene che per la molta
parte del peso, mentre che elsi (corrono per la aria, sieno tirati come llraccnl
allo in giù. Et però dicono bene, che quanto la dillanzia, è maggiore, tanta
la superficie pare piu seura, & piu offuseata. Restaci a trattare d,?' ra"?'.°
centrico, Noi chiamiamo raggio centricej quello, che solo ferilce 1* quantità
 
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