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Alberti, Leon Battista; Bartoli, Cosimo [Übers.]
Della architettura, della pittura e della statua — Bologna, 1782

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https://doi.org/10.11588/diglit.1558#0440
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DELLA PITTURA

ita più allo (tremo che I' altro , gli collocano in modo che pare che e' dubiti],
del luogo dove porli. Al Dipintore è a bastanza il saper quali sieno i colori"
& jn che modo e' s' abbino a servir d' elsi nella Pittura . Io non vorrei esser ri',
preso da quei che più sanno, i quali mentre seguitano i Filososì, dicono che
nella natura de le cose non si truova sé non duoi veri colori cioè il bianco & ||
nero , & che tutti gli altri naschono dal mescolamento di questi. Io veramente
come Dipintore la intendo in quello modo quanto a colori che per i mescola-
nienti de colori nasehino altri colori, quasi infiniti. Ma apprelsoa Pittori quattro
sono i veri generi de colori , come son quattro ancora gli elementi, da i quali
{ì cavano molte & molte specie. Perciò che egli è quello che par di fuoco
per dir coli, cioè il rodò; E poi quel da la aria che si chiama azzurro: quel
da la acqua è il verde : & quel da la terra ha il cenerognolo. Tutti gli al-
tri colori noi veggiamo che son fatti di mescolamenti, non altrimenti che ci
pare che sia il Diaspro & il Porfido. Sono adunque i generi de colori quat-
tro , da i quali mediante il mescolamento del bianco & del nero si genera-
no innumerabili specie. Conciosia che noi veggiamo le frondi verdi perdere
tanto de la loro verdezza di poco in poco fino a che elle diventano bian-
che . Il meqesimo veggiamo ancora nella aria delta , la quale talvolta presa 1»
qualità di qualche vapore bianco verso lo orizonte, ritorna a pigliare a poco
a poco il suo proprio colore. Oltra di questo veggiamo ancor quello medesi-
mo nelle cose, alcune de le quali tal volta son tante accese di colore, che imi-
tano il chermisi, altre paiono del color de le guance de le fanciulle, & altre
paiono bianche come avorio. Il color de la terra ancora mediante il meseu-
glio del bianco & del nero ha le sue specie. Non adunque il mescolamento
del bianco muta i generi de colori, ma genera, & crea else specie . Et la
medesima forza similmente ha ancora il color negro, Imperoche per il mescola-
mento del nero si generano molte spezie, Il che sta molto bene ; perciò che es-
so colore mediante la ombra si altera, dove prima si vedea manifesto: perciò-
che creseendo l'ombra, la chiarezza, & biancheza del colore manca, & cre-
dendo il lume diventa più chiara & più candida , Et però si può a bastan-
za persqadere al Pittore che il bianco & il nero non sono veri colori, ma gli
alteratori, per dirli cosi, de colori. Conciosia che il Pittore non ha trovata co-
sa alcuna più che il bianco, mediante il quale egli polsa esprimere quello ulti-
mo candore del lume, 'ne cosa alcuna con la quale ei possa rapresentare la o-
seurità de le tenebre più che con il nero, Aggiugni a quelle cose, che tu non
troverrai mai in alcun luogo il bianco ò il nero, che egli stesio non caschì
sotto alcuno genere de colori. Trattiamo hora de la forza de lumi, 1 lumi so-
no o di constellationi, cioè o del Sole, o de la Luna, & de la Stella di Venere,
o vero di lumi materiali & di fuoco : & infra questi è una gran differentia. Im-
peroche i lumi del Cielo rendono le ombre quasi che uguali a corpi ; ma il
fuoco le rende maggiori che noti sono i corpi, & la ombra si causa da lo elTer
intercetti i raggi de lumi. I raggi intercetti, o ei sono piegati in altra parte,
o ei si raddoppiano in loro stesst. Piegansi , come quando i raggi del Sole per-
cuotono nella superficie de la acqua, & quindi poi salgono ne palchi, & ogni
piegamento de raggi si fa, come dicono i Matematici, con angoli far loro ugua-
li . Ma quelle cose si appartengono ad una altra parte di Pittura . I raggi che
si piegano, si inzuppano in qualche parte di quel colore, che ei trovano in
quella superficie da la quale ei sono piegati o riverberati. Et questo veggiamo
noi che aviene , quando le faccie di coloro che caminano per i prati, ■ ■ "
apresentano verdi. Io ho trattato adunque de le superficie : ho trattato de rag*
gi : ho trattato in che modo nel vedere si facci de triangoli la piramide. |°
ho provato quanto grandemente importi che lo intervallo, la politura del ragg>°
centrico, & il ricevimento de lumi sia determinato & certo, Ma poi c'}5
con un .sola (guarda noi veggiamo non pur una supersicie sola : ma P"

li
 
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