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Alberti, Leon Battista; Bartoli, Cosimo [Übers.]
Della architettura, della pittura e della statua — Bologna, 1782

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https://doi.org/10.11588/diglit.1558#0462
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Ji6

CELLA PITTURA

giamo il medesimo quando qualcuno dillesa la mano soltiene qualche pelo , che
con 1' altro piede come che si sia fermo il fuso de la bilancia , si ferma alta
incontro con tutta la altra parte del corpo per contrapesar il pelo. Io ho aver-
tito che il capo di uno che ita ritto in piede , non si volta mai più su, che
per quanto ei vega con gli occhi il mezzo del cielo , ne si volge anco mai ja
alcun degli lati più che tanto quanto che il mento gli batterà l'opra le olii
de le spalle; & in quella parte del corpo che noi ci cinghiamo, a gran pena
ci volgiamo mai tanto che la spalla venga per diritta linea l'opra il bellico. I
moti de le gambe & de le braccia sono alquanto più liberi, purché non impe.
dischino le altre honesle parti del corpo, & in queite ho considente nella na.
tura che le mani per lo più non si alzano sopra il capo, ne il gomito sopra
Je spalle , ne si alza il piede sopra il ginocchio, ne il piede si allontana mai
dal piede, sé non per lo spatio di un piede. Ho veduto oltra di quello, che, sé
noi alzeremo in alto alcuna de le mani, tutte le altre parti di quel iato
jnsino al piede van seguitando quel moto , tal che sino al calcagno di quel
piede si rilieva dal pavimento, mediante il moto di elio braccio. Sono infini-
te cose simili a queite , le quali avertirà il diligente maeitro , & forsè quelle
che io ho racconte insino a qui, sono cosi manifelte insino ad hora, che pos.
sono parere superssue . Ma non le ho lasciate indietro perche io ho viiti molti
errare in quella cosa grandemente. Le attitudini & i moti troppo sforzati e-
sprimono & moltrano in una medesima imagine, che il petto & le reni si veg-
gono in una sola veduta, il che elsendo imponibile a farsi, è ancora inconve-
r.ientiuimo à vederli. Ma perche quelli tali senton che quelle imagini paiono
maggiormente più vive, quanto più fanno sforzate attitudini di membra, però
Sprezzata ogni dignità de la Pittura, vanno imitando in ciò quei moti de
giucoUrori. La onde non solo le opere loro sono ignude , & senza grasia, o
leggiadria alcuna, ma esprimono ancora il troppo ardente ingegno del Pittore.
Pcbbe la Pittura haver moti soavi & grati, & convenienti a quel che eli»
vuole rappresentare . Apparisca nelle fanciulle il moto & la habitudine venera-
bile , 1' ornamento leggiadro & semplice condecente alla età , la politura su»
riabbi più tolto del dolce, & del quieto, che de lo atto alla agitatione. Ancot
che ad Hpmero dietro al quale andò Zeulì, piacque ancora nelle femine un»
bellezza gagliardi (Ti ma. Apparischino ne giovanetti i moti più leggieri & piu
giocondi, che dien segno di animo & di forze valorose . Apparischino ne gli
huomini i moti piu fermi, & attitudini belle, atte ad uno veloce menar di braccia.
Ne vecchi apparischino rutti i moti tardi, & srano elle attitudini itracche, tal
che non solo si regnino sopra amenduoi i piedi, ma si appoggino a qualche co-
sa con le mani : & finalmente riferisehinsi secondo la dignità di ciaseuno tutti
i moti del corpo a quegli affetti de gli animi, che tu vorrai rapresentate•
Dipoi sinalmente egli è di necelsirà che le significationi de le grandilsime passio-
ni de gli animi apparischino & si esprimino grandilsimamente in elsi corpi. Ec
quella regola de' mori, & de le attitudini, è molto commune in qual si vogh*
sorte di animali. Conciona che non ita bene, che un bue che serve ad arare,
faccia le medesime attitudini , che il generoso cavallo di AlesTandro , Bucefalo-
Ma quella tanto celebrata figliuola di Inaco , che fu convertita in Vacca, dipi-
gneremo forsè noi comodamente , come che ella corra con la telta alta, con i
piedi alzati, & con la coda torta , Baiti bavere seorse queite cose brevemente
de moti de gli animali. Ma perche io penso , che tutti questi moti, de qual'
habbiamo parlato , sieno ancora necessarii quanto alle cole inanimate , nella P't'
tura, io penso che sia bene trattare in che modo esse si muovono. Imperoche
j moti & de capegli, & de le chiome, & de rami , & de le frondi, & de «
viti espressi nella Pittura dilettano ancora elsi. Io certamente desiderò, che e'»
capegli rappresentino tutti a sette quei mori che io ho racconti. Imperoche av-
^olghiosi in giro facendo un nodo, sparghinsi in aria imniitando le fiamme»
 
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