DOI Seite / Zitierlink:
https://doi.org/10.11588/diglit.1559#0313
DEGLI ORNAMENTI 287
Sa
CAPO X.
:
Del modo dì /egare i marmi, e che arena sio per ciò migliore ;
della convenienza e disserenza del mitfaìco dì rilievo,
e del mufaìco piano ; e dello Jlucco con che si hanno
a mettere in opera .
MA nelle cortecce commesse o attaccate d'intavolature-, o
lisce o rilevate , si tisa in tutte il medessmo modo . E'
cosa certo maravigliosa a raccontare la diligenza , che gli anti-
chi usarono nel segare le tavole di marmo , e nel pulirle . Io
ho vedute tavole di marmo lunghe più di tre braccia, larghe un
braccio e mezzo , e grolle appena mezzo dito , congiunte insic-
ine con una linea piegata a guisa d' un'onda , acciocché i riguar-
danti rimanessero più facilmente ingannati nel non accorgerli
della commettitura . Dice Plinio che gli antichi lodarono assai
per segare i marmi l'arena di Etiopia, e che quella d'India sé le
avvicinava, ma più morbida essere l'Egizia , e certamente mi-
gliore delle nostre, benché dicono che in un certo guado del
mare Adriatico ne fu trovata una , di cui gli antichi si serviro-
no . Noi di lù i liti di Pozzuolo caviamo una sorte di arena non
del tutto disutile per siffatti lavori . L' arena cantoluta presa dì
qualsivoglia torrente è utile ; ma quanto essa è più grassa , tanto
fa le segature più larghe, e rode più forte, e quanto va più leg-
giermente leccando , tanto più s' avvicina al pulimento . Il pu-
limento comincia dalle ultime scalpellature , e finisce piuttosto
leccando che rodendo . Lodano assai nel pulire e stropicciare i
marmi la sabbia di Tebe; lodano ancora le pietre da arruotare e lo
smeriglio che è una specie di pietra, la polvere della quale è perciò
eccellenti dima. La pomice ancora per dare gli ultimi pulimenti è
molto utile, siccome ancora la spuma dello stagno arso, la biac-
ca abbruciata, e più di tutti il gesso di Tripoli e simili, purché
St si pe-
Sa
CAPO X.
:
Del modo dì /egare i marmi, e che arena sio per ciò migliore ;
della convenienza e disserenza del mitfaìco dì rilievo,
e del mufaìco piano ; e dello Jlucco con che si hanno
a mettere in opera .
MA nelle cortecce commesse o attaccate d'intavolature-, o
lisce o rilevate , si tisa in tutte il medessmo modo . E'
cosa certo maravigliosa a raccontare la diligenza , che gli anti-
chi usarono nel segare le tavole di marmo , e nel pulirle . Io
ho vedute tavole di marmo lunghe più di tre braccia, larghe un
braccio e mezzo , e grolle appena mezzo dito , congiunte insic-
ine con una linea piegata a guisa d' un'onda , acciocché i riguar-
danti rimanessero più facilmente ingannati nel non accorgerli
della commettitura . Dice Plinio che gli antichi lodarono assai
per segare i marmi l'arena di Etiopia, e che quella d'India sé le
avvicinava, ma più morbida essere l'Egizia , e certamente mi-
gliore delle nostre, benché dicono che in un certo guado del
mare Adriatico ne fu trovata una , di cui gli antichi si serviro-
no . Noi di lù i liti di Pozzuolo caviamo una sorte di arena non
del tutto disutile per siffatti lavori . L' arena cantoluta presa dì
qualsivoglia torrente è utile ; ma quanto essa è più grassa , tanto
fa le segature più larghe, e rode più forte, e quanto va più leg-
giermente leccando , tanto più s' avvicina al pulimento . Il pu-
limento comincia dalle ultime scalpellature , e finisce piuttosto
leccando che rodendo . Lodano assai nel pulire e stropicciare i
marmi la sabbia di Tebe; lodano ancora le pietre da arruotare e lo
smeriglio che è una specie di pietra, la polvere della quale è perciò
eccellenti dima. La pomice ancora per dare gli ultimi pulimenti è
molto utile, siccome ancora la spuma dello stagno arso, la biac-
ca abbruciata, e più di tutti il gesso di Tripoli e simili, purché
St si pe-