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https://doi.org/10.11588/diglit.1559#0457
DEGLI EDIFICI PRIVATI
431;.
CAPO, II.
Degli adornamenti degli edisici della città,
e. di quelli della villa.
MA essendo le cale de" privati alcune nelle, città,, ed alcune
suori, diseorriamo ora degli adornamenti a ciascùna1 di lo-
ro convenienti. Fra la casa della città e la cala della villa vii'
ancora, oltre quel che noi abbiam detto ne'passsati libri, quella
differenza, che gli adornamenti per le case della città bisognaj
che abbiano molto più del grave che quelli per le case delle vil-
le, mentre a quelle delle ville si spetta ogni sorta di allegrezza;
e.di piacevolezza.. Evvi ancora quella differenza, che nella città
ti bisogna moderare molte cose ritpetto al tuo vicino , e che po-
trai;:tu più liberamente usare alla villa . Bisogna guardarsi, chej
il rilevarli troppo alto col piano , non abbia troppo più del su-
perbo che non ricerca 1'accostamento che tu hai a fare cols edi-
ficio vicino . I portici ancora, secóndo la lunghezza del muro i
Cui elsi si dovranno appoggiare, piglieranno la proporzione della
loro larghezza . La grossezzae l'altezza delle mura in Roma non
si facea ad. arbitrio di chi fabbricava; poiché per legge antica
non era lecito di farle più grasse di una certa misura determina-
ta . Ordinò Giulio Cesare, per evitare i pericoli del rovinare,
che dentro alla città non si alzassero in alcun luogo mura sopru
il primo palco. A tutte queste leggi non è sottoposta la villa . I
cittadini di Babilonia aveano per còsa gloriosa che nelle case lo-
ro si abitasse sino il quarto palco. Elio Aristide oratore, lodando
in una sii'a orazione in pubblico la città di Roma, esaitava come
cosa "maraviglio'sa, che i Romani avellerò fabbricato sopra grandis-
sime case, altre grandissime case. Graditiilìma adulazione certo:
ma lodava con qùesto molto più la grandezza del popolo V cho
non facea la qualità delle fabbriche . Dicono che in altezza di ca-
M m m sé
431;.
CAPO, II.
Degli adornamenti degli edisici della città,
e. di quelli della villa.
MA essendo le cale de" privati alcune nelle, città,, ed alcune
suori, diseorriamo ora degli adornamenti a ciascùna1 di lo-
ro convenienti. Fra la casa della città e la cala della villa vii'
ancora, oltre quel che noi abbiam detto ne'passsati libri, quella
differenza, che gli adornamenti per le case della città bisognaj
che abbiano molto più del grave che quelli per le case delle vil-
le, mentre a quelle delle ville si spetta ogni sorta di allegrezza;
e.di piacevolezza.. Evvi ancora quella differenza, che nella città
ti bisogna moderare molte cose ritpetto al tuo vicino , e che po-
trai;:tu più liberamente usare alla villa . Bisogna guardarsi, chej
il rilevarli troppo alto col piano , non abbia troppo più del su-
perbo che non ricerca 1'accostamento che tu hai a fare cols edi-
ficio vicino . I portici ancora, secóndo la lunghezza del muro i
Cui elsi si dovranno appoggiare, piglieranno la proporzione della
loro larghezza . La grossezzae l'altezza delle mura in Roma non
si facea ad. arbitrio di chi fabbricava; poiché per legge antica
non era lecito di farle più grasse di una certa misura determina-
ta . Ordinò Giulio Cesare, per evitare i pericoli del rovinare,
che dentro alla città non si alzassero in alcun luogo mura sopru
il primo palco. A tutte queste leggi non è sottoposta la villa . I
cittadini di Babilonia aveano per còsa gloriosa che nelle case lo-
ro si abitasse sino il quarto palco. Elio Aristide oratore, lodando
in una sii'a orazione in pubblico la città di Roma, esaitava come
cosa "maraviglio'sa, che i Romani avellerò fabbricato sopra grandis-
sime case, altre grandissime case. Graditiilìma adulazione certo:
ma lodava con qùesto molto più la grandezza del popolo V cho
non facea la qualità delle fabbriche . Dicono che in altezza di ca-
M m m sé