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https://doi.org/10.11588/diglit.1559#0484
458 LIBRO NONO
CAPO VII.
Del modo dì porre le colonne , e della misura
e collocazione loro ■» : ■: .
SArà certo cosa bella il sapere la regola del porre le colonne»
e la misura loro , che furono di tre: maniere, secondo lo
tre varietà de' tempi . Consederando adunque le fattezze dell' uo-
mo , andarono ghiribizzando i nostri antichi di fare le colonne a
sua similitudine, e siccome misurando le membra dell'uomo, tro^
varono che da un sianco all'altro vi era il sesto della lunghezza,
e che dal bellico ai reni.vi era il decimo della lunghezza (disse-
10 che l'Arca di Noè:fosse fatta secondo queste. misure dell'uo^
mo), perciò con queste" misure forsè fecero anche le colonne,
sicchè fossero alcune sei volte la larghezza della base, e alcuno
dieci.
Ma da un istinto di natura, e da un senso che naturalmente
è negli animi, col quale noi dicemmo , ;che si conoscevan le co-
se graziose e leggiadre, conobbero poi , che in qualche caso non
flava bene tanta grossezza, e che per lo contrario in qualche al-
tro non flava bene tanta sottigliezza, è però levando via l'ùna e
1: altra , pensarono finalmente, che fra quésti due termini troppo
viziosi ,- si avesse a cavarne uno mediocre e buono . Quindi andan-
do sui primo dietro agli aritmetici, congiuhsero quei due numer
ri insieme , e dipoi divisero la somma in. due parti .Cosi veden-
do che il numero che flava a distanza eguale; fra il sei e il. dieci
era 1' otto , piacque loro quessò numero , e per-quèstp.diedero
alla lunghezza della colonna otto -diametri della base e chiamaronla
Jonica . L'ordine poi delle colonne doriche;, il quale è quello che
spetta agli edisici più massicci, fecero elsi colle médesime regole
che le joniche ; .poiché raccolsero il numero minore', cioè il sei
insieme coli' otto, che fu la mediocrità jonica , e ne risililo Ia->
i . ;. : > som-
CAPO VII.
Del modo dì porre le colonne , e della misura
e collocazione loro ■» : ■: .
SArà certo cosa bella il sapere la regola del porre le colonne»
e la misura loro , che furono di tre: maniere, secondo lo
tre varietà de' tempi . Consederando adunque le fattezze dell' uo-
mo , andarono ghiribizzando i nostri antichi di fare le colonne a
sua similitudine, e siccome misurando le membra dell'uomo, tro^
varono che da un sianco all'altro vi era il sesto della lunghezza,
e che dal bellico ai reni.vi era il decimo della lunghezza (disse-
10 che l'Arca di Noè:fosse fatta secondo queste. misure dell'uo^
mo), perciò con queste" misure forsè fecero anche le colonne,
sicchè fossero alcune sei volte la larghezza della base, e alcuno
dieci.
Ma da un istinto di natura, e da un senso che naturalmente
è negli animi, col quale noi dicemmo , ;che si conoscevan le co-
se graziose e leggiadre, conobbero poi , che in qualche caso non
flava bene tanta grossezza, e che per lo contrario in qualche al-
tro non flava bene tanta sottigliezza, è però levando via l'ùna e
1: altra , pensarono finalmente, che fra quésti due termini troppo
viziosi ,- si avesse a cavarne uno mediocre e buono . Quindi andan-
do sui primo dietro agli aritmetici, congiuhsero quei due numer
ri insieme , e dipoi divisero la somma in. due parti .Cosi veden-
do che il numero che flava a distanza eguale; fra il sei e il. dieci
era 1' otto , piacque loro quessò numero , e per-quèstp.diedero
alla lunghezza della colonna otto -diametri della base e chiamaronla
Jonica . L'ordine poi delle colonne doriche;, il quale è quello che
spetta agli edisici più massicci, fecero elsi colle médesime regole
che le joniche ; .poiché raccolsero il numero minore', cioè il sei
insieme coli' otto, che fu la mediocrità jonica , e ne risililo Ia->
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