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Michelessi, Domenico; Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 1) — Venezia, 1791 [Cicognara, 3-1]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28020#0026
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tire il dispiacere che siasi, non se ne sa iï
coine, sraarrita ; e ci deterraina a nuoya-

mente

Dovendo io ricopiare un quadro di mediocre mae—
Stro, mezzo perduto, in cui perô v’ànno alcuni buoni
et arditi colpi di pennello, ò stimato fusse meglio ar-
bïtrare, com’ io ò fatto , clie esattamente ricopiarlo : ò
arbitrato ommettendo solennissime freddure, animando al-
cune pitture, dilucidando alcuni iuoglii oscuri, stringen-
do insieme ciô che parea troppo fiacco e lungo , nra
lasciando abbastanza di Petronio percb.è si travegga il gu-
sto del secoio di Nerone. \iedi libertino uomo, esclm
meranno i religiosi traduttori. Non si clriami questa mia
opera traduzione, ma imitazione, se si vuole. Pope è
riuscito eccellentemente nelle imitazioni ; à corretto Ora-
zio stesso in quel. passo per csempio « Urit enirn fulgore
suo qui prægravat artes etc. » nella più laborata pistola
del più corretto poeta per avventura dell’anticbità . lo com
sesso clre ò preteso di dare un’imitazione migliore dell’
originale, e questo era per avventura il solo poema an<
tico in cui ciô si potesse fare, 11 poema non fu finit»:
querr.o è il primo sbozzo . 0' procurato nella mia imi-
tazione d’ indovinare corae Peuonio linto del gusro del
Secolo di Nerone 1’ avrebbe ridotto . Si souo fatte divina-
zioni in pjoesia non meno clie in geometria . Saivini à
divinato il greco di Callimaco dalla elegia di Catullo
sulla clrioma di Berenice . Se fusse alcuuo clie trovasse
questo uu troppo grande esfetto di presunzione , io lo

prego
 
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