CVI
coine abbiamo vecluto per i ringraziamenti fatti
in più onorifiche lettere dal Ponteiice al conte
Algarotti, allora quando questi gli mandava le ri-
sposte favorevoli di quel Sovrano, padre impar-
ziale d’ogni suddito tranquillo ed onesto . Si con-
servano dal conte Bonomo fra le lettere degli al-
tri principi quelle , nelle quali il Ponteiice si la-
gna di essere stato deluso dalla speranza di aver
seco in Roma il conte Algarotti ; gli significa Ia
brama, che aveva di vederlo ; e dà al suo inge-
gno, ed alla sua dottrina le meritate amplissime
lodi , tanto più onorevoli , quanto vengono da
loclatissimo principe . Similrnente fece egli nasce-
re cotanto buona opinione di se nel giovine duca
di Savoja , quando si trattenne in Torino , che
lo riguardô poi sempre con singolare parzialità ,
e sempre desiderô le opere sue , la lettura del-
le quali il cavaliere di Fleury presidente degli
studj del Principe faceva , com’ ei scrive , che
servisse di studiosa occupazione a quel regio
giovine, onde 1’ autore cogliesse anche in vita il
dolce srutto del suo talento e delle sue lettera-
rie fatiche , in vedere i libri suoi appena pub-
blicati divenire la scuola de’ principi . L’ altro
Sovrano , che a niuno cedette in onorare la vir-
tù del nostro letterato, fu quel vero esempio de’
pi’incipi intelligenti ed umani , il reale Infante
D. Filippo duca di Parma , le cui graziose ac-
coglienze corrisposero ai cortesi replicati inviti»
che aveva fatti al conte Aigarotti di trasferirsi
da
coine abbiamo vecluto per i ringraziamenti fatti
in più onorifiche lettere dal Ponteiice al conte
Algarotti, allora quando questi gli mandava le ri-
sposte favorevoli di quel Sovrano, padre impar-
ziale d’ogni suddito tranquillo ed onesto . Si con-
servano dal conte Bonomo fra le lettere degli al-
tri principi quelle , nelle quali il Ponteiice si la-
gna di essere stato deluso dalla speranza di aver
seco in Roma il conte Algarotti ; gli significa Ia
brama, che aveva di vederlo ; e dà al suo inge-
gno, ed alla sua dottrina le meritate amplissime
lodi , tanto più onorevoli , quanto vengono da
loclatissimo principe . Similrnente fece egli nasce-
re cotanto buona opinione di se nel giovine duca
di Savoja , quando si trattenne in Torino , che
lo riguardô poi sempre con singolare parzialità ,
e sempre desiderô le opere sue , la lettura del-
le quali il cavaliere di Fleury presidente degli
studj del Principe faceva , com’ ei scrive , che
servisse di studiosa occupazione a quel regio
giovine, onde 1’ autore cogliesse anche in vita il
dolce srutto del suo talento e delle sue lettera-
rie fatiche , in vedere i libri suoi appena pub-
blicati divenire la scuola de’ principi . L’ altro
Sovrano , che a niuno cedette in onorare la vir-
tù del nostro letterato, fu quel vero esempio de’
pi’incipi intelligenti ed umani , il reale Infante
D. Filippo duca di Parma , le cui graziose ac-
coglienze corrisposero ai cortesi replicati inviti»
che aveva fatti al conte Aigarotti di trasferirsi
da