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11 miracol dell’ arte in Yaticano »
Qual la grinza Canidia il cuor si rode
Ove Lalage o Cloe , vispa fanciulîa,
Bruna il crin, rosea il volto a sè dei cakli
Giovanetti l’amore e roccliio inviti ;
Tale è Fannio con te. Viver tuoi versi
Pur egli vede, e farsi con diletto
De’ tuoi detti conserve in ogni loco ;
Mentre gli aurei volumi, ond’ egl’ intesse
A monaca o a dottor febea ghirlanda,
Muojono insiem con l’ultimo foglietto (24)»
Quindi, credilo a me , quello sdegnoso
Grammatico saggiuol ch’ha sempre allato ( a5) j
Quindi Dante e Petrarca $ e i miglior tempi
In bocca ha sempre (26), e quella invida lode,
Che sol per odio a’vivi i morti esalta (27).
Ma di là dell’italico Apennino
Miri costui del bel Sequana in riva,
Dove l’Achille tuo di nuova lingua,
Ma non d’armi più fine rivestito ,
Sforza i voti e l’applauso infra una gente
Culta d’ognisaper, ricca d’ogniarte,
E del Lazio rivale ; e quell’ onore
Ti rende ad una voce estrania gente,
Qual ti rendranno i posteri tra noi (28).
Intanto siegui il nobile tuo volo,
Cigno animosc, e non degnar dal cielo
11 miracol dell’ arte in Yaticano »
Qual la grinza Canidia il cuor si rode
Ove Lalage o Cloe , vispa fanciulîa,
Bruna il crin, rosea il volto a sè dei cakli
Giovanetti l’amore e roccliio inviti ;
Tale è Fannio con te. Viver tuoi versi
Pur egli vede, e farsi con diletto
De’ tuoi detti conserve in ogni loco ;
Mentre gli aurei volumi, ond’ egl’ intesse
A monaca o a dottor febea ghirlanda,
Muojono insiem con l’ultimo foglietto (24)»
Quindi, credilo a me , quello sdegnoso
Grammatico saggiuol ch’ha sempre allato ( a5) j
Quindi Dante e Petrarca $ e i miglior tempi
In bocca ha sempre (26), e quella invida lode,
Che sol per odio a’vivi i morti esalta (27).
Ma di là dell’italico Apennino
Miri costui del bel Sequana in riva,
Dove l’Achille tuo di nuova lingua,
Ma non d’armi più fine rivestito ,
Sforza i voti e l’applauso infra una gente
Culta d’ognisaper, ricca d’ogniarte,
E del Lazio rivale ; e quell’ onore
Ti rende ad una voce estrania gente,
Qual ti rendranno i posteri tra noi (28).
Intanto siegui il nobile tuo volo,
Cigno animosc, e non degnar dal cielo