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Michelessi, Domenico; Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 1) — Venezia, 1791 [Cicognara, 3-1]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28020#0256
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AL SIGNOR



EUSTACHIO ZANOTTI.(a)

\

XIX.

dall’arduo Castiglion, che d’alte

Torri cinto la fronte infra i toscani,

E i bei felsinei campi altero sorge,

Tu miri, Eustachio, in le soggette valli
Pascer le pecorelle il verde timo,

E il lascivo monton cozzar per l’erba,

E intanto Tirsi, il condottier del vago
Armenîo, a i vicin boschi insegna, e al’eco ,
Che in qualche rupe ascosa entro si stia,

Di Dafni il nome, o d’Amarilli, o d’altra
Ninfa, che ipiedi, e le nevose gambe
In su’l calar del sol la sera innanzi
Vide furtivo ad un ruscel bagnarsi;

Me tien Permesso, e la castalid’ombra
Eternamente fresca, e il sacro fonte ,

(a) Questa epistola e ia seguente soggiacquero a molté
ed importanti variazioni nelle successive ristampe delle
poesie del Co-: Francesco Algarotti. Si è creduto perô ben
fatto il riprodurle in questo luogo nella loro primitiva for-
ma ed integrità, dietro all’edizione delle Rime dell’auto*
re eseguita in Bologna nel iy53. Tornerà buono agli ama-
tori della colta poesia il farne confronto colle riformate
clte sono ai Num. IX. e X.
 
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