E de’ Latini fe’ misero scempio j
Allorchè il gallo Marte furibondo
II grave cocchio etnéo menando in volta
Tutta crollar facea 1’ ausonia terra.
Indi l’arbor felice, e i santi rami,
Dono de’dei, cantava, i quai recaro
A tanto male al hn pace e riposo :
E d’ un altro da noi mondo diviso,
Ove prima approdô quel Savonese,
Che de l’indiche foche i fieri volti,
E mille nuovi acrocerauni, e mille
Nuovi terror del mar con occhio asciutto
Poteo sicuro rimirare, i sacri
Colli, e gli aurati fiumi, e le foreste,
E il santo bosco, donde la beata
Pianta in prima si colse , e il nume , e l’ara,
E le bende ferali, e il sacrificio
/■
Venerava devoto ; e seco Urania ,
Che poi di lunga toga rivestita
I santi rami al Lazio alto mostrava :
E da la bocca del facondo vate
Virgilio, e Bembo, e Sannazar pendea.
Felice il mondo , allor che di natura,
Aurea voce sciogliendo , i bei secreti
Scopristi, o generosa alma ben nata !
Quale l’odrisio Orfeo, o per le selve
Alte errasse de l’Emo, o per l’inospite
To: L F
Allorchè il gallo Marte furibondo
II grave cocchio etnéo menando in volta
Tutta crollar facea 1’ ausonia terra.
Indi l’arbor felice, e i santi rami,
Dono de’dei, cantava, i quai recaro
A tanto male al hn pace e riposo :
E d’ un altro da noi mondo diviso,
Ove prima approdô quel Savonese,
Che de l’indiche foche i fieri volti,
E mille nuovi acrocerauni, e mille
Nuovi terror del mar con occhio asciutto
Poteo sicuro rimirare, i sacri
Colli, e gli aurati fiumi, e le foreste,
E il santo bosco, donde la beata
Pianta in prima si colse , e il nume , e l’ara,
E le bende ferali, e il sacrificio
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Venerava devoto ; e seco Urania ,
Che poi di lunga toga rivestita
I santi rami al Lazio alto mostrava :
E da la bocca del facondo vate
Virgilio, e Bembo, e Sannazar pendea.
Felice il mondo , allor che di natura,
Aurea voce sciogliendo , i bei secreti
Scopristi, o generosa alma ben nata !
Quale l’odrisio Orfeo, o per le selve
Alte errasse de l’Emo, o per l’inospite
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