Fur visti, come pria, tratti dal dolce
Suon di tua lira ; o su le meste e flebili
Corde prendessi a lacrimar del morto
Amico lunge dal paterno tetto ?
De le sante d’Apollo arti, e de^santi
Costumi e peregrini ornato e chiaro ,
Cui strania terra ricopria lontano
Da gli aviti sepolcri, ove tra sassi
E balze scende impetuoso il Sarca ;
0 di mirto odoroso il crine ombrato
Ne’ di festivi in mezzo l’are, e in rnezzd
Arabi fumi inni cantassi al tuo
Giberto, inni clie poi da più riposti
Antri solea ridir il tuo bel Caho .
Te di Naco le rupi, e di Briano
Chiamaro i sassi, e te chiamar le selve,
Te la grand’ombra del dotto Catullo
Per entro il bujo de la fosca notte
Chiamô sovente > e di nuova dolcezza
1 patrj colli e le campagne empio.
Deh ! che non vien tu meco a sparger fiori >
Eùstachio mio, e incenso arabo e mirra
Sul monumento del divin poeta?
F 2>
Suon di tua lira ; o su le meste e flebili
Corde prendessi a lacrimar del morto
Amico lunge dal paterno tetto ?
De le sante d’Apollo arti, e de^santi
Costumi e peregrini ornato e chiaro ,
Cui strania terra ricopria lontano
Da gli aviti sepolcri, ove tra sassi
E balze scende impetuoso il Sarca ;
0 di mirto odoroso il crine ombrato
Ne’ di festivi in mezzo l’are, e in rnezzd
Arabi fumi inni cantassi al tuo
Giberto, inni clie poi da più riposti
Antri solea ridir il tuo bel Caho .
Te di Naco le rupi, e di Briano
Chiamaro i sassi, e te chiamar le selve,
Te la grand’ombra del dotto Catullo
Per entro il bujo de la fosca notte
Chiamô sovente > e di nuova dolcezza
1 patrj colli e le campagne empio.
Deh ! che non vien tu meco a sparger fiori >
Eùstachio mio, e incenso arabo e mirra
Sul monumento del divin poeta?
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