Per Monaca.
XXXIII.
Gentil clonzella , che il nemico nostro,
EFartesua, che inganna altrui schernita,
Ne la più verde etate e più iiorita
Ti chiudi in sacro e solitario chiostro ;
Ben felice se’îu, e ben n'hai mostro
<Qual parte aggia a seguir chi a immortal vita
Securo poggiar vuol. Ma donde aita
Arem noi, che ne scampi cla cpiel mostro ?
Deh ! quante reti, e quanto visco ha seco !
E chi sol porria trarne in lui mirando,
Sordo l’ha fatto nostra indegnitate,
Tu per noi il priega, e movilo a pietate^
Che ’l puoi ben far, quancF ei talora teco
Si star^ dolcemente ragionando.
XXXIII.
Gentil clonzella , che il nemico nostro,
EFartesua, che inganna altrui schernita,
Ne la più verde etate e più iiorita
Ti chiudi in sacro e solitario chiostro ;
Ben felice se’îu, e ben n'hai mostro
<Qual parte aggia a seguir chi a immortal vita
Securo poggiar vuol. Ma donde aita
Arem noi, che ne scampi cla cpiel mostro ?
Deh ! quante reti, e quanto visco ha seco !
E chi sol porria trarne in lui mirando,
Sordo l’ha fatto nostra indegnitate,
Tu per noi il priega, e movilo a pietate^
Che ’l puoi ben far, quancF ei talora teco
Si star^ dolcemente ragionando.