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Aì sig, ab' Antonio Conti
'voigarizzatore delï Ode di Orazio.
XXXVI.
Se maî di Pîndo il casto immortal coro ,
Che i febéi doni altrui largo comparte,
Pre gai sovente, e se stancai di loro
Forse co’voti miei -le orecchie in parte;
Egli fu di potere un di le carte
Volgere , o Conti, in cui di tosco alloro
II Venosin coroni, e a lui fai parte
Del bel nostro volgare almo tesoro :
Che questi è il cigno, onde apparare ii cantoP
Oîlde forse potessi un giorno il mio
Paese far di nuova luce adorno .
O sacre dîve , a voi quanto degg’ io S
Poichè a quest’occhi al hn rilusse il giorno,
Cui da gran tempo desiava tanto »
Aì sig, ab' Antonio Conti
'voigarizzatore delï Ode di Orazio.
XXXVI.
Se maî di Pîndo il casto immortal coro ,
Che i febéi doni altrui largo comparte,
Pre gai sovente, e se stancai di loro
Forse co’voti miei -le orecchie in parte;
Egli fu di potere un di le carte
Volgere , o Conti, in cui di tosco alloro
II Venosin coroni, e a lui fai parte
Del bel nostro volgare almo tesoro :
Che questi è il cigno, onde apparare ii cantoP
Oîlde forse potessi un giorno il mio
Paese far di nuova luce adorno .
O sacre dîve , a voi quanto degg’ io S
Poichè a quest’occhi al hn rilusse il giorno,
Cui da gran tempo desiava tanto »