XXXIX.
Dunque qüel forte indissolubil santo
Nodo , che Apollo strinse di sua mano,
Quel ? cui non devea mai potere umano,
Od altra forza aver di sciorre il vanîo,
Quel nodd ora, Carin, quel nodo è infranto,
Non ch’ei sia sciolto? e pure io veggio al piano
Sparsi i bei ìaccj ? Ah ! da ragion lontano
Quegli è foen, che in altrui pon fede tanto.
Ma dîmmi almen, perchè? perchdo daprima
T'amai forse, e talor tue rîme lodo,
Onde vai con gli antichî a paro a paro ?
Per questo ora, Carin, per questo il nodo
Sacro tu rompi? ora s’io 1 merti estima,
O s’anzi debba tu tenermi caro.
Dunque qüel forte indissolubil santo
Nodo , che Apollo strinse di sua mano,
Quel ? cui non devea mai potere umano,
Od altra forza aver di sciorre il vanîo,
Quel nodd ora, Carin, quel nodo è infranto,
Non ch’ei sia sciolto? e pure io veggio al piano
Sparsi i bei ìaccj ? Ah ! da ragion lontano
Quegli è foen, che in altrui pon fede tanto.
Ma dîmmi almen, perchè? perchdo daprima
T'amai forse, e talor tue rîme lodo,
Onde vai con gli antichî a paro a paro ?
Per questo ora, Carin, per questo il nodo
Sacro tu rompi? ora s’io 1 merti estima,
O s’anzi debba tu tenermi caro.