Al signor
Eustachio Mansredi.
XLYIII.
Eustachio a ia leggiadra e dotta schiera
Delle dee caro, che Parnaso adorna j
E più a colei che su nel ciel soggiorna
Del mattino signora, e de la sera ;
Se mai vapore, o densa nube e nera
Le sottil non v’ asconda aurate corna
Del bel pianeta che le notti aggiorna
Vago rotando in su la prima spera,
E il sol mai sempre, quando al mar declina,
E quand’alza, accompagni amico vento ,
Tal che nessun desir vi sia conteso ;
Me ancor là su scorgete ov’è più acceso
E puro il cielo, e 1 vago aureo concento
Udir si suole, e l’armonia divina.
Eustachio Mansredi.
XLYIII.
Eustachio a ia leggiadra e dotta schiera
Delle dee caro, che Parnaso adorna j
E più a colei che su nel ciel soggiorna
Del mattino signora, e de la sera ;
Se mai vapore, o densa nube e nera
Le sottil non v’ asconda aurate corna
Del bel pianeta che le notti aggiorna
Vago rotando in su la prima spera,
E il sol mai sempre, quando al mar declina,
E quand’alza, accompagni amico vento ,
Tal che nessun desir vi sia conteso ;
Me ancor là su scorgete ov’è più acceso
E puro il cielo, e 1 vago aureo concento
Udir si suole, e l’armonia divina.