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54 D I A L O G O

col dito r un canto, o i’altro dell’ occhio,
girandolo a uno stesso teinpo alla parte op~
posta ; e vedrà tosto un cerchietto di co-
iori, simile in certo modo a quelli, che
veggiamo nella coda del pavone . Onde que-
sto ? mentre certamente al di fuori non ha
nè colore, nè luce . Non d’altro, salvo
che dalla pressione del dito, il quale ope-
ra cosi grossamente nell’occhio quello, che
i raggi di luce vi san fare con tanto mag-
giore isquisitezza. Yeramente veggo anch’
io , disse la Marchesa, che non puô stare
altrimenti la cosa da quel, che voi dite.
Ma come è mai , che in virtù di un certo
moto di rotazione io apprenda il rosso , o
1’ azzurro . Oual corrispondenza ci puô egli
essere tra i corpi in qualunque modo sie-
no disposti, e un concetto di colore, una
idea , che l’anima forma dentro a se stes-
sa? che pur parmi, che i sentimenti deli’
anima sieno una faccenda diversa in tutto
da qualunque movimento si sia . Compren-
dete voi ineglio , Madama, io risposi, qual
corrispondenza ci sia tra il dolore , che è
pur dell’ anima nostra , e la puntura di un
ago, che altro non fa , che lacerare alcu-
 
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