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Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 2) — Venezia, 1791 [Cicognara, 3-2]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28021#0070
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6z D I A L O G O

delmente, dallo specchio la vostra efsigie ;
e voi potete , Madama , presentarvi ogni
mattina dinanzi a voi medesima , e consul-
tare a tutta sicurtà sopra il modo di lasciar
cadere con più eleganza un riccio, o sopra
il più vantaggioso sito da collocare un neo.
Gran mercè, disse la Marchesa, che io
son giunta a sapere il perchè di cosa, che
avendola sotto gli occhi tutto il di, era
quasi vergogna non sapeiio . Ma hen vi so
dire, che chi mi avesse l’altr’jeri parlato
di raggi , che venendo dalla mia faccia so-
no poi riflessi dallo specchio, e che so io ;
io avrei creduto un tal linguaggio quel so-
lito formolario, che per vecchia tradizio-
ne ne suol ripetere la galanteria. A1 con-
traiio, io seguitai, diquello, che succede
nello specchio , sono rifiessi i raggi della
luce , se cadono in una superficie irrego-
lare ed aspra, quale è quella di una mu*
raglia . Rimanda essa bensi i raggi del so-
le, da cui sia illuminata • ma per la sca-
brosità sua confondendogli insieme, e spar-
pagliandogli per ogni verso, non ne resti-
tuisce la immagine. Quando poi i
della luce trascorrono dalsaria, per cagio-n

d’ esem-
 
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