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Ôa D i a l o g ô

molto , Madama , io ripigliai, hanno diste
so anch’ essi i conhni dell’ umano sapere .
Se i telescopj , allungando la vista degli
astronomi, ne hanno fatto conoscere mon-
di remotissimi da noi ; i microscopj ne han*
îio fatto conoscere noi stessi, assottigliando
la vista degli anatomici : e se gli uni, mo-
strandoci le valli e i monti, la nottë e il
giorno , che a somiglianza della nostra ter-
ra hanno ancora i pianeti, ne hanno forni-
to argomenti per non credergli paesi oziosi
e morti, ma abitati anch’essi; gli altri ne
hanno veramente mostrato innumerabili na-
zioni, dirô cosi, di viventi, incognite agli
antichi, e in cose, che non pareano gran
fatto acconce ad essere abitate. In una goc-
ciola di aceto, e di altri liquori moltissimi,
vi si è discoperta una tal popolazione di ani-
maluzzi, che l’OIanda, e la Cina sono in
paragone un deserto . Lascio poi a voi a
pensare, Madama, quanto minutissima sia
la picciolezza di quegli animaluzzi. Basta
dire, che dentro a un granello di migiio
ce ne capirebbono i milioni. Nè pare, che
sia meno mirabile di quelle strabocchevoli
grandezze, che ci ha fatto conoseere il can*

noc-
 
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