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l44 Dialogo

tezza de' suoi colori. Perchè non parago-
narlo piuttosto, disse la Marchesa, al ye-
ro spirito ? le cose semplici non vengono
punto da esso alterate ; nelle composte sa
discernere , separare, e distinguere i varj
ingredienti, che entrano nella composizion
loro ; e l’uhcio suo sta nel mostrarne che
che sia , non altrimenti da quello , ch’egli è .

Madama, io continuai , ormai voi cono-
scete tanto il prisma , e le operazioni sue,
da poterlo paragonare con sranchezza al vo-
stro spirito . Ma non so, qual paragone
trovereste alla immutabilità del colore , se
già non la cercaste nei vostro animo ; quan-
do saprete che contro di essa niente ha
più di forza la riflessione, di quello si ah-
bia la refrazione : e perô meglio ancora la
conoscerete, che ora non fate . Se i colo-
ri, onde pajono essere rivestiti i corpi ,
fossero una modificazione , che viene acqui-
stando la luce , nell’ atto dello esser rifles-
sa dalla superficie di quelli ; un corpo che
apparisce rosso al lume del sole , rosso do-
vrebbe apparire altresi , posto nel lume az-
zurro della immagine colorata ; potendo es-
so, come ha modihcato la luce diretta del

sole,
 
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