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Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 2) — Venezia, 1791 [Cicognara, 3-2]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28021#0238
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sSo D I A L O G O

nifestarsi ; quando pur pare a me , che mà-
nifestar si dovesse . Ma che fo io ? non già
ch’io intenda levar dubbj contro a un Neu-
tono ; ch’ io voglia, come si dice , appor-
re al sole < Pur dirô la difsicoltà, che mi
va ora per 1’ animo , acciocchè da voi sgom-
brata mi venga ogni nebbia d’inganno. Co-
me è mai, che un leggier corpicciuolo ,
una piuma per esempio trovandosi vicino
a un torrione, o altro gran corpaccio, di
cui grandissima sia l’attrazione , non la veg-
giamo andare ad unirsi con quello? Mada-
ma, io risposi, come è che in un romano
ogni sentimento cedesse all’amor della pa-
tria , in una bella ogni altra passione ce-
da alla voglia di piacere ? Come è , che in
mezzo al mormorio delle acque del Lago ,
quando è irritato dal vento, da noi non
si oda il ronzar di un insetto ? Compren-
do , disse la Marchesa, il senso delle vo-
stre figure. L’ attrazione della terra è di
tutt’ altre vittoriosa , e fa di loro

quel, che fa il di delle minori stelle,
Çosi fa giustamente , io risposi. Con tale
e tanta forza ella invade e penetra la piu-
ma, che non le lascia per niun conto sen-

tire
 
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