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262 D I A L O G O

rità, che si contiene entro alla schîuma d^
quel vino : una prova certissima , che lo
spazio immenso, per cui muovono i pia-
neti , è voto di qualunque materia , per
quantunque rara, e porosa fmger mai si
potesse j un argomento per render più li-
bere, e spedite le vie del cielo. La luce,
non ostante quella sua incredibile veloci-
tà, che non è da noi lo immaginarla , ci
mette a venire dalle stelle sino a noi un
tempo considerabilissimo ; tanto ne sono
elleno per uno strabocchevole, e quasi che
infmito spazio lontane . Ora se 1 a luce,
nel venir dalle stelle a noi, scontrasse qua
e là in quei iunghissimo suo viaggio delle
particelle di rcateria , che nuotassero in
cielo ; dovrebbe infiacchirsi , venir meno
di mano in mano, come il più numero-
so , e fiorito esercito , che per li continui
disagi del cammino vien meno, e si disfà
in una lunghissima marcia. Ma che dico
venir raeno ? egualmente che faccia nel tra-
gittar la sehiuma dello Sciampagna, dovreb-
be sperdersi del tutto , ed ispegnersi a ca-
gione di quelle tante riflessioni e refrazio-
ni senza fme, che avrebbe a patire ; ed a

noi
 
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