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Q tr i n t o „ 267

îità avreinmo scoperte ne’corpi, le quali
un novello lume ci recherebbono nelle
oscurità della filosoiìa. Sembra perô, dis-
se la Marchesa , che sendo noi arrivati a
conoscere cosi addentro nelle più fine tes-
siture della luce, e ne’globi lontanissimi
dei pianeti, sembra, dissi, che il razioci-
nio del Neutono abbia supplito in certa
maniera a’ sensi, che mancar potrebbono
all’ uomo . Pur chi sa , io risposi mezzo sor-
ridendo , se in Giove non ci abbia viven-
ti, che , per via di sensi a noi ignoti, veg-
gano distintamente ciô che costituisce la
varietà del colore ne’ minimi corpicciuoli,
che scaturiscono clal sole ; e non veggano
ancora in qual maniera il loro globo per
mezzo all’ampiezza del voto attragga quel-
lo di Saturno , e ne turbi il movimento ;
più perspicaci, e lincéi che i noslri filo-
sofi non sono ? Molto felice, disse qui la
Marchesa, sarebbe la loro condizione ; e
un idiota di Giove potrebbe esser colloca-
to alla testa delle più famose università,
e accademie della terra. Ma forse voi fa-
te come quei viaggiatori ; che vanno tan-
to magnificando le virtù di certi popoli

del
 
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