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Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 3) — Venezia, 1791 [Cicognara, 3-3]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28022#0112
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104 S A G G ï Û

putti, dicon costoro , non seppero gH an-
tichi dare quel morbido e quelle tenerez-
ze , che diede loro dipoi il Fiammingo ,
col fargli colle gote mani e piedi alquan?
to enhati, grossa la testa ed il yentre an»
zi che no : il qual modo è ora seguito qua-
si che da tutti. Ma non avvertono questi
taìi, che quei primi abhozzi di natura hen
di rado si vogliono imitare dall’artehce , e
che quella prima e tenerissima infanzia non
ha in sè alcuna forma huona, o che tra-g-
ga al buono . Gli antichi presero a rappre-
sentare i puttini, quando giunti al quarto
o al quinto anno è come digerito il sover-
chio umidore del coi’po , e le membra si
distendono ai loro contorni, e a quella
proporzione, che dia segno di ciò che sa-
ranno un giorno . II che tanto più è da
osservarsi quanto che i putti pur s’intro-
ducono nei bassi-rilievi o nei quadri, per-
chè yi operino alcuna cosa: come quei bel-
lissimi amoretti antichi, che si veggono in
Venezia scherzare con Γ arini di Marte, e
sollevare la poderosa spada del Dio : o queh
lo scaltrito della Danae di Annibale , il
quale, gittati a terra gli strali, riempie la

fare-
 
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