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Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 3) — Venezia, 1791 [Cicognara, 3-3]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28022#0180
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1^2, $ A G G I O

po, la più bella regola da seguirsi é quel-
la del grappolo d’ uva, che era solito te-
nere Tiziano . In quelìa guisa che dei moi»
ii grani che compongono il grappolo gli
uni sono schiarati dal lume , molti sono
nell’ ombra, e quei di mezzo trovandosi irx
quella parte che volta , si rimangono nella
mezza tinta ; cosi volea egli, che si dispo-
nessero nel gruppo le hgure talchè dalla
unione del chiaroscuro ne risultasse di va-
rie cose come una cosa sola : e non altri-*
jnenti si può vedere aver egli adoperato
nelle opere sue con grandissimo effetto di
quelle , e non minore ammaestramento di
chi le studia .

Ma perchè i varj accidenti del lume e
dell’ ombra non solo hanno da essere pit-
toreschi, ma anche fondati sul vero ·, gio-
verebbe pur tanto modellare in picciole si-
gure , come erano soliti fare il Tintoretto
e il Pussino, il soggetto che si ha da rap-
presentare sopra la tela , e illuminar dipói
quelle figure di notte tempo al lume di
lucerna . Con ciò potrà assicurarsi veramen-
te il pittore , se quel chiaroscuro , che egli
ha concepito nell’ animo , non ripugna al-

la
 
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