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Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 3) — Venezia, 1791 [Cicognara, 3-3]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28022#0287
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DI Francia che e in Roma. 27^
in mente un giüsto concetto della poesia
greca e latina. E anche di prosa veramen-
te corretta,, voglio dire di stampe , che
chiamare si possano fedeli, assai più ristret-
to ne è il numero, che comunemente non
si crede. Poco, a dire il vero > furono fa-
voriti dalla fortuna i nostri maestri, che
non sortirono per incisori delle loro opere
uomini degni di ridurle in istampa, uomi-
ni quali furono a cagion d’ esempio gli Ed'e-
linck, o gli Audran, al cui bulino sono
in gran parte debitori della lor fama alcu-
ni pittori d’oltramonte . In picciolissimo nu-
mero sono le cose del Barroccio del Co-
reggio del Tintoretto e di Paolo, che dal
dotto intaglio veggiamo espresse di Agosti-
no Caracci ; pochissime quelle che si han-
no in iegno di Tiziano , nelle quali è vo-
ce disetrnasse i dintorni esso medesimo : e

Ό

per non parlare di alcune cosette, che qua-
si per passatempo intagiiarono il Parmigia-
nino, Annibale, Guido Pieni, ii Pesarese,
Carlo Maratta, ed altri pittori · non sono
già moltissime le storie , o grandi invenzie-
ni di Rafsaello, che venissero incise daXJgo
da Carpi, o da Marcantonio Raimondi, I

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