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Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 3) — Venezia, 1791 [Cicognara, 3-3]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28022#0346
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338 S A G G I O

faceva sopra tutto bene spiccare quelle in-
slessioni ? e quei risalti, che la violenza de-
gli asfetti ha forza d’imprimere nelsespres-
sione . Lavorato a dovere era udito con di-
letto : e si ricordano ancor molti, come certi
tratti di semplice recitativo commovevano gli
animi dell’udienza in modo , che niun’aria
a’giorni nostri ha saputo fare altrettanto.

Una qualche commozione egli sembra che
cagioni presentemente il recitativo , quando
esso sia obbligato, come soglion dire, e ac-
compagnato con istrumenti. E forse non
disconyerrebbe, che una tale usanza si fa-
cesse più comune ancora ch’ ella non è.
Qual calore, e qual yita non viene a rice-
vere in fatti un recitativo, se là, dove si
esalta la passione, sia rinforzato dall’ orche-
straj se ogni sorta d’arme assalga il cuore
ad un tempo e la fantasia? JNTon se ne può
dare a mio giudizio la più manifesta pro-
ya, quanto adducendo in esempio la mag-
gior parte dell5 ultimo atto clella Didone del
Vinci, che è tutta lavorata a quel moclo.
E da credere, che se ne sarebbe compia-
ciuto lo stesso "V irgilio ; tanto è animata e
Jerribile ». Un altro buon esfetto seguirebbe

da.
 
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