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Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 3) — Venezia, 1791 [Cicognara, 3-3]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28022#0384
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S À G G I 0

si conyeniyà, erano i cittadini per approvâ·>
re quell’opera eseguita per aitro con intel-
ligenza e gran brayura di mano ; quando
saltò su un certo Licinio matematico, che
aperse loro gli occhi: e non vedeté voi^ dis-*
se loro, che se voi nelle pitture quello ap~
provate che non può stare in fatto, la vo~
stra città corre gran pericolo cli esser postct
nel numero cli quette, che non hanrto gran,
riputazione per isvegliatezza d’ingegno (1)?
Ora che direbbe quel matematico yedendo,
come neile nostre scene da noi si applam
disce a quei laberinti di architettura, doye
si smarrisce il yero, a quelle fabbriche, che
non si possono nè reggere nè ridurre in
pianta, e in cui le colonne, in luogo che
si veggano ire a tor suso l’architraye e il
sofhtto, si vanno a perdere in un mare di
panneggiamenti posti cosi a mezz’aria? E il
simile ayyiene anche talora delle yolte, che
si rimangon zoppe o monche, posano da
una banda, e non trovano doye impostarsi
dall’altra, quasi sogni di gente inferma, che
non hanno nelle loro parti connessione ye-

runa.

(1) Lib. VII. cap, 5.
 
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