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Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 3) — Venezia, 1791 [Cicognara, 3-3]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28022#0392
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384 S A G G Ì O

delle colonne giugnessero loro alle spalîe o
alla cintola, dove venissero a toglier yia
l'illusione della scena. E generalmente par-
lando nel mescolare il vero col falso sono
necessarie le più grandi cautele perclrè
Γ uno non ismentisca Γ altro , e il tutto pa-
ja di un pezzo.

Un’altra cosa importantissima 3 a cui non
si bada più che tanto , è la illuminazione
delle scene, ed a torto. Mirabili cose fa-
rebbe il lume, quando non fosse compar-
tito sempre con quella uguaglianza , e co-
si alla spicciolata, come ora si costuma.
Distribuendolo artihziosamente, mandando-
lo come in massa sopra alcune parti della
scena, e quasi priyandone alcune altre,
non è egli da credere, che producesse an-
ehe nel teatro quegli esfetti di forza, e
quella yiyacità di chiaroscuro , che a met-
îere ne'suoi intagli è giunto il Rembran-
te? E quella amenità di lumi e d’ombre,
che hanno i quadri di Giorgione o di Ti-
ziano , non saria forse anche impossibile tra-
sferirla alle scene. Ben può ognuno ricor-
darsi di que3 teatrini, che yanno attorno
sotto il nome di vedute ottiche matemati~

che,
 
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