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Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 4) — Venezia, 1791 [Cicognara, 3-4]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28023#0016
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& Saggïo sopra la necessita'

ad altre lingue oltre alla propria non ispen-
clevano l’opera ed il tempo,

Appresso a’Greci una cosa era la lingua
volgare e la dottaj non sapeyano che dir
si volesse una morta favella, cbe da faii-
ciulli quasi prima della materna si dovesse
apprendere : e il dispregio, in cui teneva-
no tutte le nazioni che altra lingua usava-
no dallagreca, era effetto, non è dubbio r
del loro orgoglio ; ma era forse anche una
delle principali cagioni del loro sapere. In-
yitati a legger poco potevano considerar
molto; e quel ternpo, che non erano ob-
bligati a consumar dietro alle parole, po~
teano collocarlo nelle cose, o almeno dar-
lo tutto a ben conoscere, a coltivare, aâ
abbellire la propria lingua, che è il foncla-
mento primo degli studj della eloquenza e
clella poesia .

Ai Romani convenne, egli è vero, se e'
vollero sentire avanti nelle scienze e in ognî
maniera di lettere apprendere la lingua dei
Greci, 1 quali nel tempo che divennero
soggetti di Roma ne divennero anche i mae-
stri. Ma per quanto ayessero per le mani
gli esemplari di quelli, e in quelli pones-

sero
 
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