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^86 Saggio s o p r. a

Homani non erano cosa insolita ie accuse
di superstizione forestiera, o come nel vol-
gare del Davanzati si esprime Tacito, di
eresia (i): la proìbizione de’libri non è tro-
vato moderno ; nè già anticaniente fu una
pura idea di Platone, che sbandi dalla sua
repubblica come scandalosi i poemidiOme-
ro. I versi del poeta Archiloco furono proi-
biti a Sparta (2). Leggesi nelle istorie 7 co*
me Augusto in sullo esempio deTnaggiori
ordinasse, che certe scritture fossero tra
tanti giorni portate al pretore , vietando il
tenerle ai privati (5). E il libro di Egesia

co-

(1) Et Pomponia Grœcina insignis fœmina . . .

„ . . superstitionis externce rea mariti judicio
permissa .

Tacit. annal. lib. XIII.

(2) Dacier nota i3. all’oda "VI. del Lib. V,
di Orazio .

(3) Simul commonefecit (Tiberius), cjuia
multa vana sub nomine celebri vulgabantur,
sanxisse ylugustinn cjuem intra diem ad prce-
torerrx urbanum deferrentur, necjue habere pri-
'vatim iiceret. Quod a majoribus tjuocjue de-
cretum erat etc.

Id. ann. lib. VL
 
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