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I t C 1 R H S !Ô. 58-5

tiioîie che sarà sempre abbracciata! dall'amor
proprio contra il ben pubblico e che fu
soiennemente condannata dalla dottrina, e
piiuancora dallo esempio diSocrate, il qua«
le non volle fuggire di carcere e togliersi
a inorte, benchè ingiusta, per non sottrar»
si all’ autorità delle levai.

OO

Bensi pare da nn’altra banda che della
Medicina egli avesse un troppo alto concet»
to, là dove dice, potersi non solo per es-
sa prolungare la vita dell’uomo, ma rende-
re ancora gli uomini più ingegnosi e più
savj (i) ; il che importerebbe, che per noi
• si

cum rnodo et rutione ; irisipienter enim se ma~
gno malo cjuis eocponereb, exiguum tantum co-
gnatis aut patrice bonum conciliaturus ; et si
cjuis per se solus reliaua sua civitate prœstan-
tior esset, nulla esset ratio, cur illius salu-
tem sui jactura redimeret.

Pars I. epist. 7. Ad Elisabetham principem
Palatinam .

(1) Confido -— hominesque ab infinitis '

tam corporis quam animi morbis immunes fu~
turos, itno etiam fortassis a senectutis debi-
htatione , si satis magnam caussarum , a c/ui-
bus mal.a, ista oriuntur, et .omnium remedio-

Tot IV. Bb

rum
 
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