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456 S A G G I o

è ben naturale a pensare, che lo mertes'se
in grazia di Ottavio, contro a cui militato
avea, sicchè ogni trista memoria si tacesse,
e si ponessero le andate cose in obblio. La
verità si è, che diveniva di giorno in gior-
no a Mecenate più caro, e srequentava piu
che mai la casa di lui, dove concorreva
il iiore diRoma, dove non sapeasi che fos-
sero cabale o brighe, dove nè uno che aves-
se più sapere o più roba poteva fare om^
bra altrui, e ciascuno secondo il merito ci
aveva il suo luogo (1).

Oltre alle doti dello ingegno e dell’anh
3110, che daila volgare schiera sollevavano
cotanto Orazio; altre cause ancora si aggium
sero per avventura a renderlo caro a Me-
cenate. TJna delle principali cure di quell(i) * * * 5

UOssiO

(i) - — - Non isto 'vivimus illic .

Çhj.o tu rere moâo : domus huc nec jrunor
ulla est,

Nec magis his aliena malis . Nil mi offi^
cit uncjuam

Nitior hic, aut est Cjiiia doctior. Est lo-*
cus uni-r

çuicjiie suus.

Sat, p. lib. I,
 
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