5'2 4 S A G G I o
Siccome il mescolare il greco col latino
non gli andava gran satto a verso ; cosi i!
comporre in lingna greca. Si provò anch?
egli di scrivere in quella favella; ma ben
tosto se ne rimase^ avvertito da Apollo ,
come egli dice, e noi diremo dal natura-
le suo discernimento e giudizio : lasciando
stare che sarebbe stato gran follia il pensare
ad accrescere I’ esercito dei poeti greci ; in
tal numero pur erano (i). Perchè darsi a conv
porre in una lingua forestiera, delia c|uale al-
tri non è padrone ; dove si ha da proceder
sempre con timore, che a ogni passo imbriglia
lo
Certes je les dirois du sang Valesien .
Tombeau, ou épitaphe de Marguerite
de France, et de François I.
(i) Atcjue ego cjuum grcecos facerem natus
mare citra
Versiculos, vetuit me tali voce Quirinus
Post inediam ìzoctem visus, c/uum soinnict
vera :
In silvam non lig?ia, feras insanius , ac
si
Magnas Graecorum malis implere cater*
vas.
Sat. 10. lib. L
Siccome il mescolare il greco col latino
non gli andava gran satto a verso ; cosi i!
comporre in lingna greca. Si provò anch?
egli di scrivere in quella favella; ma ben
tosto se ne rimase^ avvertito da Apollo ,
come egli dice, e noi diremo dal natura-
le suo discernimento e giudizio : lasciando
stare che sarebbe stato gran follia il pensare
ad accrescere I’ esercito dei poeti greci ; in
tal numero pur erano (i). Perchè darsi a conv
porre in una lingua forestiera, delia c|uale al-
tri non è padrone ; dove si ha da proceder
sempre con timore, che a ogni passo imbriglia
lo
Certes je les dirois du sang Valesien .
Tombeau, ou épitaphe de Marguerite
de France, et de François I.
(i) Atcjue ego cjuum grcecos facerem natus
mare citra
Versiculos, vetuit me tali voce Quirinus
Post inediam ìzoctem visus, c/uum soinnict
vera :
In silvam non lig?ia, feras insanius , ac
si
Magnas Graecorum malis implere cater*
vas.
Sat. 10. lib. L