S O P R A O Fi A Z I O . 5z5
îo ingegno? e perchè abbandonare la suapro-
pria, che uno maneggia a posta sua; nel-
la quale ha da ogni banda aperto il cam-
po, e piiò giocare a suo talento la fanta-
sia? Come avrebbe potuto Orazio in ima
lingua, di cui non conosceva tanto bene
le proprietà e il genio, quanto della lati-
na, uscire in quelle sue ardimentose, e
xmove espressioni, che sono quasi faville
di un libero ingegno? II saettare, a cagion
d’esernpio, cke fa V uomo i suoi desiderj in-
contro al tempo, che gli fugge dinanzi (1);
il valgo che bee per gli orecchi il canto (2);
il pcdato dai vini fumosi reso sordo ai di-
licati sapori (5); e simili altre maniere sta-
te
(1) Quid brevi fortes jaculamur aevo
Multa ?
Od. 17. lib. II.
(2) TJtrnirujiie sacro digna silentio
Mirantur umbrae dicere : sed magis
JPugnas, et exactos tyrannos
Densum humeris hibit aure vulgus.
Od. i3. lib.II.
(3) ...... Mertere pallor
Tum parochi faciem nil sic metuenlis,
ut acres
Po~
îo ingegno? e perchè abbandonare la suapro-
pria, che uno maneggia a posta sua; nel-
la quale ha da ogni banda aperto il cam-
po, e piiò giocare a suo talento la fanta-
sia? Come avrebbe potuto Orazio in ima
lingua, di cui non conosceva tanto bene
le proprietà e il genio, quanto della lati-
na, uscire in quelle sue ardimentose, e
xmove espressioni, che sono quasi faville
di un libero ingegno? II saettare, a cagion
d’esernpio, cke fa V uomo i suoi desiderj in-
contro al tempo, che gli fugge dinanzi (1);
il valgo che bee per gli orecchi il canto (2);
il pcdato dai vini fumosi reso sordo ai di-
licati sapori (5); e simili altre maniere sta-
te
(1) Quid brevi fortes jaculamur aevo
Multa ?
Od. 17. lib. II.
(2) TJtrnirujiie sacro digna silentio
Mirantur umbrae dicere : sed magis
JPugnas, et exactos tyrannos
Densum humeris hibit aure vulgus.
Od. i3. lib.II.
(3) ...... Mertere pallor
Tum parochi faciem nil sic metuenlis,
ut acres
Po~