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Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 5) — Venezia, 1791 [Cicognara, 3-5]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28024#0306
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sgS Brscoftsï

stomaco, e rientrô nei solito tenore deila

Vita .

Quando giocava a’ scacchi, il che ηβΙΓ
ozio di Bender avveniva non cosi di rado,
movea suhito che poteva, e mandava innan»
zi il re . Lo inroccarsi non era cosa da lui°
e se talvoita se gli attraversava tma pedi-
na, e gli serrava ü passo; senza tanto stil-
larsi il cervelio con un buffetlo se la to~
glieva dinanzi ( Tanto sopra di lui poteva
in ogai cosa il genio, che presiede ai no-
stro natale; il quale fece si, che, quando
a Fridericstat fu colpito cîal faiconetto ch©
lo hni, Io trovarono colla mano sulla im-»
pugnatura della spada.

Eccole uno sbozzo, ma originale almeno ÿ
del rivale di Pietro il grande, alla cui vir-
îu gli convenne alla fine cedere ii campo.
Più grande fu senza comparazione Gustavo
Adolfo, uditore in Pado'va del nostro Ga-
lilei, a cui fu dato unîre cou la più sana
poiitica la vera arte miiitare: se non che
dopo la giornata di Lîpsia non seppe usar
delia vittoria. Rotte quivi le forze nemiche^
non marciô ardente nelia Boeinia ; si con-
tentô di mandarvi il suo alieato l elettore

di
 
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