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Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 6) — Venezia, 1792 [Cicognara, 3-6]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28025#0036
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s8 V I A G G I

o pur sareVbe, che, per lo continuo riilet-
tere che fa quelbi tunica i raggi verdi,
atta soltanto divenga a rihettere quei rag-
gi e nou altri? vSappiarao ie forze che ha
l’abitudine, anche sull’organico e sul fisi-
co . II suo anteeessore Demostene non di-
venne egli a forza di esercizio abile a pro-
nunziar nettamente la P, per cui era ina-
bile da natura? E chi si mettesse a non
ripetere, che una sola parola, diverrebbe
forse rauto per tutt’altre.

Un’altra osservazione assai curiosa ven-
ne fatta anche a me questi passati. giorni
suli’ottica, la qual mostra, che dagl’ingan-
ni de’ nostri sensi ne vengono il più delle
volte regolati i giudizj della mente. Di
due oggetti molto lontani il più iilumina-
1:o, come a lei è ben noto, è giudicato
il meno lontano . Due vele bordeggiavano
l’una incontro deli’altra in grandissima di-
stanza da noi: sull’una batteva il sole, sull’
altra no : la illuminata dal sole pareami la
più vicina a noi : ma quando furono amen-
due nelia stessa linea col mio occhio, spa-
rx la illuminata coperta dall’ altra; e quel-

la
 
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