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Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 6) — Venezia, 1792 [Cicognara, 3-6]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28025#0090
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82 V I A G G I

cia , e che non fa tante anirne, quanto Ta
più picciola parrocchia di Parigi , Arrivati
che sono i mercanti russi a Peckino , non.
hanno già la libertà di andare e venire ?
e far lor fatti , ma dal governo fannosi rin-
chiudere in un caravanseray, e guardare
a vista, appresso a poco come gli Olan-
desi al Giappone : e quando i Cinesi cre-
dono che sia il tempo , vi portano il loro
thè , qualche poco d’oro, delle sete cru-
de , delle vecchie stoffe , delle pagode,
della più vile porcellana , ìa più parte ri-
fìuti, e quasi immondizie de’Ior fondachi;
e gli mandan con Dio . Io lascio a lei pen-
saxe , Mylord , se i Cinesi, i più gran ba-
rattieri che sieno , non si approfhttino, ve-
dendo il bello, della stracchezza, e della
necessità, in cui conoscono ridotti i Russi.

Nella vendita fatta l’altro dì di una par-
te delle miscee portate dalla ultima cara»
vana, lio veduto un vecchio orologio di
Tompion tutto scassinato , e da non poter
mai più mostrar Pore. Era veramente un
cadavero , come dicono i Cinesi . Ella sa,
Mylord , che con tutta la loro grande abi-
lità non sono ancora pervenuti a fabbricar

di
 
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