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Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 6) — Venezia, 1792 [Cicognara, 3-6]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28025#0216
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ilo8 V I A G G I

altre volte guazzavasi, ha presentemente clue
passi di fondo. Lo stesso osservasi in uno
stretto tra Deverish, e Naphtonia nei se-
no diBalchan; e a Derbent uno scalo, do-
ve si scaricavano non ha lunghissimo texn-
po le mercanzie, è al dì d’oggi sott'accpra.

Nè è maravigiia, signor Marchese, che
debba esser maggiore il crescere, che fa
il livello clel Caspio, cli c]ueilo de' nostri
mari. Oitre al non avere egli riuscita in
niuno altro inare, e al non essere di gran-
dissima ampiezza; bisogna far considerazio-
ne alla qualità de’fiumi, che vi metton fo-
ce. L’Osso fìume considerabile, che negli
andati tempi concluceva nel Caspio le mer-
ci delle Indie settentrionali, che poi cli là
rimontando il Ciro venivano in Europa,
non vi mette ora più foce, è vero, deri-
vato dai Tartari, e perdutosi nelle sabbie;
ma vi mettono foce bensì ilKura, il Sam-
bur, ilJaxnba, il Yaeik, corpid'acqua vas-
tissimi , e il Volga sopra tutti, che due
mila miglia di corso non saziano, che ri-
ceve dentro a sè dugento influenti, se non
erro ; uno dei più gran fìumi dell Asia,
maggior del Danubio il più gran fìume di

Eu-
 
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