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Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 6) — Venezia, 1792 [Cicognara, 3-6]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28025#0255
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D I ClTERA. 2^7

ghi cli quel loro favorito poeta di Orazio >
che sorio proprio un tormento de’sobrj orec-
chi. Nè altro oggi ci resta, che di vede-
re coteste ree femrnine in una repubblica,
alla quale ha già fra noi dettato le leggi
un novello Piatone ; e di vedere su per le
piazze effìgiate in marmo le Flore e le Fri-
ni, come nella Grecia avvenne ed in Ro-
ma > quanclo al suo meridiano era giunta
la scorrezion deNostumi, e la dissolutezza.

Quei malori, che sogliono esser Famaro
premio di quelle orgie nottufne, doveano
pur richiamare al verace culto coloro, che
tante volte erano stati martiri del falso. E
già da noi creclevasi veder tornare ne’ret-
ti sentieri i già travviati, e dover questi
esser di specchio agli altri, perchè a trav-
viar non avessero in avvenire : se non che
(clovenon giunge la malizia degli uomini?)
hanno trovato, coxne andar sicuri infra i
pericoli, non altrimenti che Minerva cin-
ta dell’ egicla in rnezzo alle battaglie : e la
impunità fa, che imperversino più che mai,
e trionfino i delitti.

Oh ! qxxante volte ho udito io ricordaro
alie yecchie nostre Lady i giorxii felici di
Q 4 Carlo
 
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