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Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 6) — Venezia, 1792 [Cicognara, 3-6]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28025#0256
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»4& 'Gongrésso

Carlo Seconcìo ! Era Ia nazione a quei tem-
pi temutafuori, e possente in casa; ed era
allora il vero tuo culto tra noi praticato ed
inteso. GIi ultimi anni del regno d’Anna
la decadenza videro pur troppo della galan-
teria, e insienre dello stato nella nostra iso-
la. Le geste del Malbourough sono già co-
se antiche per noi ; e il riccio rapito a Be-
linda non è altro, che una immagine deì
leggiadro vivere dei passati tempi, come
per gli altri popoìi sono le descrizioni del
secol d’oro.

Quando sarà, che si risveglino daì pre-
sente caos i semi della Iuce, e in mezzo
alle nostre nebbie ne rechino il giorno?
Quando sai’à, o JNTume, che le dolci tue
attrazioni calcolate sieno anche per il no-
stro cielo, e sieno sentite anche tra noi?
Ti prenda una volta pietà, o Nume, del-
la tanta cecità e supinità deglTnglesi nell’
assare , che è di tutti l’importantissimo.
Fulmina oggimai, e metti in fondo quelle
ree femmine, che profanare ardiscono i tuoi
ministerj, e sono al mondo di tanti mali
cagione : ovveramente con quella tua dolce
forza, a cui niente è nel mondo che resi- ^

sta ?
 
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